I dati vaccinali a quasi due mesi dalla partenza della campagna con il nuovo assessore trentino alla Salute, Mario Tonina: covid c’è ancora, 70 ricoveri e un decesso. Somministrati 82mila vaccini antinfluenzali e 13mila anti Covid
Trento/Bolzano – Meno della metà degli ultra 65enni trentini, i principali destinatari della campagna vaccinale, sono stati vaccinati contro l’influenza: urge dunque nelle prossime settimane un rinforzo della campagna antinfluenzale da parte dei medici di medicina generale e degli operatori dei centri vaccinali Apss, con l’obiettivo di tutelare le categorie più a rischio. Anche sul fronte Covid le somministrazioni procedono un po’ a rilento, a fronte di un aumento dei contagi e dei ricoveri in ospedale. A fare il punto sulle campagne di vaccinazione sono stati questa mattina nella sede centrale dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari l’assessore provinciale alla salute Mario Tonina, il direttore generale Apss, Antonio Ferro e la direttrice del Dipartimento di prevenzione, Maria Grazia Zuccali.
Il punto in Trentino
Nell’ultima settimana i casi di influenza segnalati dai «medici sentinella», un campione di medici di medicina generale e di pediatri di libera scelta che partecipano al sistema di sorveglianza RespiVirNet coordinato dal ministero della Salute, sono aumentati e nella nostra Provincia sono stati registrati 6,5 casi di influenza ogni 1.000 abitanti, che corrispondono a 3.556 persone ammalate di influenza. Sono colpite tutte le fasce d’età anche se risultano maggiormente interessati i bambini sotto i 5 anni, seguiti dalla fascia 15-64 anni e dagli ultra65enni. L’andamento in crescita dei casi proseguirà nelle prossime settimane fino a raggiungere il picco probabilmente intorno a Natale.
La campagna vaccinale antinfluenzale in Trentino è partita lo scorso 4 ottobre con l’obiettivo di raggiungere una copertura vaccinale pari al 75% per gli ultra 65enni e i gruppi a rischio di tutte le età. Gli anziani restano sempre il target prioritario per la vaccinazione, ma anche quest’anno il vaccino viene offerto gratuitamente a tutte le persone a rischio di avere complicanze in caso di influenza e alle categorie più esposte al virus: medici e personale sanitario di assistenza, persone con più di 60 anni, donne in gravidanza e nel post partum, popolazione a rischio (malati cronici, familiari di soggetti ad alto rischio, caregiver etc.), bambini dai sei mesi ai sei anni, addetti ai servizi pubblici, persone che per motivi di lavoro entrano in contatto con animali, donatori di sangue, personale dei servizi socio-educativi, dell’infanzia e della scuola, personale addetto al trasporto pubblico, lavoratori al dettaglio di generi alimentari e della grande distribuzione.
Sono state acquistate 107mila dosi di vaccino antinfluenzale e ad oggi ne sono state somministrate 82.055 (il 76%) con la collaborazione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta che ne hanno somministrate rispettivamente 59.806 (72,8%) e 4.384. Sono stati vaccinati 59.088 ultra65enni, pari soltanto al 45% dei principali destinatari della vaccinazione.
Contestualmente alla vaccinazione antinfluenzale è stata offerta anche la vaccinazione Covid, utilizzando il vaccino aggiornato alle nuove varianti. Dall’inizio di ottobre sono state somministrate nella nostra provincia 12.989 dosi di vaccino di cui 3.187 da parte dei medici di medicina generale. Nelle ultime settimane si è registrato un aumento dei contagi e dei ricoveri in ospedale per le infezioni da Covid-19 anche nella nostra Provincia. In Italia nell’ultima settimana ci sono stati ogni giorno 4.902 nuovi casi e 27 morti mentre in Trentino si sono registrati 610 nuovi casi (contro i 456 della settimana precedente) e i ricoveri in ospedale sono stati 16, raggiungendo i 70 pazienti ospedalizzati, uno dei quali in terapia intensiva.
«È necessario mettere in sicurezza anziani e fragili – ha dichiarato il dg Apss Antonio Ferro – e c’è ancora tempo per farlo. La vaccinazione anti Covid è lo strumento più efficace per prevenire i casi gravi, l’ospedalizzazione e la morte. C’è una disaffezione generale sul fronte vaccinale ma non dobbiamo dimenticare i giorni della pandemia: il virus si è riacutizzato, è molto contagioso, anche se per fortuna porta a forme meno gravi. Altrettanto fondamentale – ha proseguito Ferro – è vaccinarsi contro l’influenza, la malattia che in assoluto incide maggiormente sulla collettività sia sotto il profilo sanitario sia sotto il profilo socio-economico. Come abbiamo già detto più volte i vaccini sono sicuri e non c’è alcuna controindicazione alla co-somministrazione dei due vaccini».
«La vaccinazione – ha dichiarato Maria Grazia Zuccali – è la forma più efficace di prevenzione ed è un atto di responsabilità individuale e collettiva, perché riducendo la circolazione di influenza e Covid possiamo proteggere le categorie più a rischio di sviluppare gravi complicazioni. Invito tutti gli ultrasessantenni che ancora non l’hanno fatto a farsi vaccinare dal proprio medico o a prenotare la somministrazione nei nostri centri vaccinali. Le persone più fragili, affette da patologie valutate come particolarmente critiche per danno d’organo preesistente o compromissione della capacità di risposta immunitaria a Sars-Cov 2 riceveranno un sms che le sollecita a prenotare la vaccinazione».
«Siamo qui per parlare di un’iniziativa assolutamente importante – ha commentato l’assessore alla salute Mario Tonina – e che va nella direzione giusta: quella della prevenzione, alla quale stanno già lavorando tante persone e che dovremo intensificare sempre di più; perché è così che potremo salvare più vite, contenendo al tempo stesso i costi del sistema sanitario che inevitabilmente crescono. Vaccinarsi è un atto di responsabilità – ha aggiunto Tonina – e la grave pandemia che ha colpito anche qui ce lo ha detto chiaramente. Se ne siamo usciti, checché ne dica qualcuno che non ha condiviso questo percorso, è perché abbiamo raggiunto importanti percentuali e a dirlo sono i numeri. Dobbiamo tutti dire grazie, non solo ai tanti professionisti e ai volontari del mondo sanitario che hanno eroicamente resistito, ma anche ai moltissimi cittadini che per scelta etica e responsabile hanno deciso di accogliere le indicazioni che arrivavano dal mondo medico e scientifico».
È in corso anche la campagna vaccinale antipneumococco e anti herpes zoster a cui sono invitati i nati nel 1958 con l’obiettivo di ridurre il rischio di sviluppare queste patologie. In particolare, il vaccino antipneumococcico protegge da infezioni causate da questo microrganismo (tra le più frequenti e pericolose ci sono le polmoniti e le meningiti), mentre il vaccino anti zoster protegge contro il cosiddetto «fuoco di S. Antonio», malattia frequente e debilitante, dovuta alla riattivazione del virus della varicella, contratto generalmente nell’infanzia, che rimane silente, anche per molti anni, nel sistema nervoso e può manifestarsi in un qualsiasi momento soprattutto negli anziani e in chi ha il sistema immunitario debilitato.
Ricordiamo che la vaccinazione antinfluenzale e anti Covid-19 possono essere fatte dal proprio medico oppure prenotate al Cup online o tramite il portale e l’app TreC+. I due vaccini possono essere somministrati anche nella stessa seduta: in questo caso il consiglio è di prenotare il vaccino Covid e al momento della somministrazione chiedere anche l’antinfluenzale. Il richiamo con il vaccino di nuova formulazione Comirnaty Omicron ha una valenza di 12 mesi ed è raccomandato a distanza di almeno tre mesi dall’ultima dose di vaccino anti Covid-19 o dall’ultima infezione, a prescindere dal numero di dosi ricevute o di diagnosi di infezione. Una recente infezione non rappresenta comunque una controindicazione alla vaccinazione. Una singola dose di vaccino è indicata anche per chi non si è mai vaccinato (ciclo primario). Per i bambini dai 6 mesi ai 4 anni che non hanno completato un ciclo primario o non si sono mai ammalati, sono previste invece tre dosi di vaccino.
I dati nel vicino Tirolo
In Tirolo attualmente il 4% della popolazione ha il Covid. Lo sostiene il microbiologo austriaco Ulrich Elling, basandosi sulle analisi delle acque nere che nel land austriaco vengono ancora effettuate regolarmente. L’esperto pubblica anche dei grafici che documentano un netto aumento dei casi tra il 16 e il 23 novembre, ovvero gli ultimi due prelievi. A Vienna, nel frattempo, il Wiener Gesundheitsverbund, che raggruppa otto ospedali e nove Rsa, ha reintrodotto alcune misure per frenare la diffusione del virus soprattutto tra i pazienti vulnerabili. Torna infatti l’obbligo di tampone per tutti i pazienti con sintomi, anche solo lievi. Pazienti positivi vengono isolati oppure raggruppati in un reparto. Il personale che lavora con pazienti positivi deve indossare la mascherina.