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Crisi aziendali: il Veneto apre il cantiere della “reindustrializzazione”

Al via il progetto “Cantiere d’innovazione” promosso dalla Regione del Veneto con Confindustria Padova e Veneto Sviluppo

Padova – Un «cantiere» nel quale sperimentare un modello di intervento pubblico-privato, che agisce sull’anticipazione dei fenomeni di crisi e punta al re-start azienda, qualificando il Veneto come laboratorio nazionale per la reindustrializzazione. 

L’iniziativa è stata presentata da Elena Donazzan, Assessore regionale all’istruzione, lavoro e formazione, Massimo Pavin Presidente di Confindustria Padova, Giorgio Grosso Presidente di Veneto Sviluppo e Sergio Rosato Direttore di Veneto Lavoro.
«Diamo il via a questo progetto – ha detto Donazzan – perché nel governo delle crisi abbiamo constatato che gli strumenti tradizionali, come ad esempio gli ammortizzatori sociali da noi usati con efficacia e responsabilità ma che sono comunque a fondo perduto, non sono più sufficienti. Abbiamo visto che crisi settoriali e aziendali portano al depauperamento di interi contesti economici. Perciò vanno messi insieme tutti gli strumenti, sul fronte delle politiche del lavoro e dell’animazione per cercare, tramite l’interesse e la condivisione delle associazioni di categoria, nuovi imprenditori che tornino ad investire nel Veneto. Abbiamo un obiettivo comune: non disperdere il patrimonio industriale del Veneto e anzi rilanciarlo e rafforzarlo come riferimento indispensabile per la nostra terra, la sua economia, la sua identità».
Le azioni sperimentali del «cantiere», da realizzare entro maggio 2015 sono: progettare nuovi set di indicatori strutturali e finanziari; stimolare il cambiamento organizzativo delle imprese e la cultura finanziaria attraverso un modello sperimentale di “formazione-azione” e di coaching; facilitare l’accesso agli strumenti di sostegno finanziario consolidando un servizio alle aziende di problem solving; facilitare la nascita di nuovi soggetti imprenditoriali dalle crisi industriali attraverso un nuovo modello di relazioni industriali, che definisca processi di risanamento e rilancio nelle situazioni di declino accertate.
«Il rilancio del manifatturiero è la priorità per uscire dalla crisi – ha detto Massimo Pavin, Presidente di Confindustria Padova -. Questo progetto segna una discontinuità nell’intervento pubblico-privato e dà un chiaro segnale di fiducia. Serve una reindustrializzazione del Veneto, arrivare al 30% del Pil manifatturiero entro il 2020 è un obiettivo possibile». Giorgio Grosso, Presidente di Veneto Sviluppo ha ricordato che nell’ultimo anno e mezzo la finanziaria ha agevolato finanziamenti in oltre 10.000 casi. “Ora bisogna far crescere e rimodernare il nostro modello di partecipazioni e di finanza agevolata in modo che non siano interventi riparatori “last minute” ma in grado di programmare un più mirato sostegno industriale”.
Sergio Rosato, direttore di Veneto Lavoro ha sintetizzato i dati delle crisi aziendali nella regione: dal 2009 al 2013 sono state 7.107 le aperture di crisi aziendali in Veneto, con il picco di 1.930 nel 2013. La provincia di Padova ne ha contate 1.565, pari al 22%. I lavoratori coinvolti in Veneto sono stati 158.055 (34.719 a Padova), con il numero più alto ancora nel 2013 (42.248). Nei cinque anni “orribili” sono state autorizzate in Veneto oltre 336 milioni di ore di cassa integrazione (336.315.060) tra ordinaria e straordinaria (59.575.021 a Padova e provincia), mentre gli ingressi nelle liste di mobilità sono stati 53.186 (di cui 10.373 a Padova, pari al 19,5%). Al 31 dicembre 2013 gli iscritti nelle liste di mobilità in Veneto erano circa 22.800, di cui il 45% over 50. Il settore più colpito dalla crisi è stato il manifatturiero (meccanico, legno arredo, sistema moda), che da solo ha perso oltre 70.000 posizioni lavorative. Seguono costruzioni, logistica/trasporti, terziario, pubblico impiego. Dal 2009 al 2013 l’indice di disoccupazione in Veneto è più che raddoppiato: dal fisiologico 3,5 al 7,5% (media primi tre trimestri 2013).

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