NordEst

Crolla la spesa delle famiglie: ai livelli di 30 anni fa

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Nel 2011 gli italiani hanno tagliato la spesa per cibi, bevande e tabacco dell’1,5%. "Si deve tornare ai primi anni ’80 per scendere sotto i 2.400 euro annui destinati al comparto agroalimentare – dice il rapporto presentato oggi a Firenze nel corso di un convegno Agriventure – si tratta in parte di un trend strutturale legato al minor consumo di alcune voci (come il tabacco) ma che segnala anche le evidenti difficolta’ del consumatore italiano che, a fronte delle tensioni sul mercato del lavoro e del reddito disponibile, riduce ulteriormente gli sprechi e modera gli acquisti anche in un comparto dai bisogni poco comprimibili come l’alimentare".
 
Non andrà meglio nel 2012. "L’incremento della disoccupazione unito agli effetti delle manovre di correzione dei conti pubblici sulle famiglie fanno prevedere per il 2012 una nuova riduzione dei consumi delle famiglie italiane", afferma ancora il report. Sebbene concentrata in particolare sui beni durevoli (ad elevato prezzo unitario) dove gli acquisti saranno limitati alle sostituzioni, tale riduzione potrebbe nuovamente interessare anche il settore agroalimentare, come già nel biennio 2008-09 e nel 2011.

Le famiglie italiane continueranno infatti, ad essere molto prudenti negli acquisti, ricercando di volta in volta le occasioni migliori per massimizzare il benessere a fronte di risorse reddituali sempre più scarse". Anche l’Istat certifica l’ulteriore stretta del portafoglio delle famiglie nel quarto trimestre 2011 in calo dello 0,7%.

Un allarme che la corsa senza fine del costo della benzina trasforma in una "emergenza nazionale" per il Codacons. Le associazioni agricole confermano: "il ‘pieno’ per un’auto di media cilindrata ha superato i 93 euro, provocando un effetto valanga sulla spesa in un Paese dove l’88% delle merci viaggia su strada" dice la Coldiretti sottolineando che la benzina ormai costa più di un chilo di arance, di pasta o di un litro di latte fresco. "I continui rincari da un lato spingono ancora più in alto il prezzo del pieno; dall’altro stravolgono il carrello della spesa degli italiani" dice la Cia che calcola in 200 euro annui il rincaro sul budget familiare.

Se lo scenario del mercato interni è depresso, a spingere l’agroalimentare (che nel 2011 ha messo a segno +11% di fatturato), più promettente appare l’export sui mercati esteri dove, dice il Report, il made in Italy dovrebbe fare ancora centro.

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