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Diocesi Trento, riaprono chiese per preghiera, messe forse a maggio. Tisi: “Evitiamo di finire in sterili polemiche” (AUDIO)

Messe aperte in tutto il territorio nazionale, verso l’ok da lunedì 11 maggio. Un lunedì dunque, sarebbe questo per ora l’orientamento prevalente nel governo per la ripresa delle messe, motivo di grande tensione con la Cei. Sul delicato protocollo, anticipato da alcune agenzie di stampa, vige il massimo riserbo

Trento – A partire da giovedì 30 aprile riaprono le chiese della Diocesi di Trento per la sola preghiera personale. Lo ha disposto l’arcivescovo Lauro Tisi, sentite anche le Autorità provinciali e l’Azienda Sanitaria. Resta in vigore il divieto di qualsiasi forma di preghiera comunitaria e di qualsiasi convocazione dei fedeli.

L’indicazione della riapertura è stata comunicata ai parroci nel pomeriggio di lunedì 27 aprile, con l’invito a valutare quali delle chiese sul rispettivo territorio aprire al pubblico, preferendo quelle più spaziose. Nella nota si precisano anche alcuni accorgimenti necessari alla tutela della salute dei fedeli.

Si potrà accedere esclusivamente alla chiesa più vicina al luogo di abitazione oppure a quella situata lungo il percorso consentito a ciascun fedele. L’accesso alla chiesa sarà possibile a condizione di evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi; sarà necessario igienizzare le mani all’entrata e all’uscita dalla chiesa, indossare la mascherina, rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro. Le acquasantiere rimarranno ancora vuote.

Ai parroci viene inoltre chiesto di garantire la presenza – durante gli orari di apertura della chiesa – di una persona che verifichi il rispetto delle prescrizioni.

La chiusura delle chiese ai fedeli era stata decisa il 18 marzo scorso per limitare ulteriormente situazioni di potenziale contagio, mentre in precedenza (7 marzo) erano state sospese le celebrazioni pubbliche.

Vescovo Tisi: “Evitiamo di finire in sterili polemiche”

“La riapertura delle chiese che abbiamo concordato con le autorità provinciali e sanitarie – precisa – rientra anche per noi in quella ‘fase-2’ che in questi giorni è la protagonista dei dibattiti e delle discussioni in corso a tutti i livelli. 

L’auspicio è che questo rientrare nelle chiese sia l’occasione per ripensare un nuovo modo di vivere il  Vangelo, un nuovo modo di abitare il nostro tempo. Anche nelle ore più oscure – aggiunge monsignor Tisi – il Signore passa, è passato tanto in questi giorni e ci sta mostrando nuovi scenari e nuove opportunità. Evitiamo di finire in sterili polemiche e contrapposizioni: questa – conclude l’Arcivescovo – è l’ora per inventare, insieme, il nuovo”.

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