Bene fa il sindaco Prade a chiedere il suo 20% dell’Irpef, ma i suoi colleghi di Comuni come Chies d’Alpago sanno che per loro i trasferimenti verranno di fatto tagliati, proprio seguendo la sua proposta? È bene pensare a ciò che si è già avviato. Il federalismo fiscale è già nero su bianco e questa è la strada da seguire. L’autonomia, che più decantiamo e più perde di significato e di potere, la vorremmo tutti noi bellunesi, e questo già lo sappiamo, anche senza fare un referendum.
Una simile riforma, però, passa per Roma, dove i partiti nazionali la osteggiano (nonostante quello che dicono quando “scendono” nei territori di periferia) e quelli locali la invocano, condannati però ad una limitata presenza parlamentare che da sola non basta. Certo, ognuno è chiamato a svolgere il proprio ruolo, secondo le competenze ed i poteri che gli sono dati. Io difendo i bellunesi, le aziende bellunesi, i disoccupati bellunesi. Se i numeri mi dicono che tanti Bellunesi sono a casa senza lavoro, io – presidente della Provincia di Belluno – è a loro che rivolgo le mie attenzioni; se le aziende bellunesi soffrono la crisi, il mio impegno a risollevarsi sarà accanto al loro.
Un amministratore è chiamato a gestire la cosa pubblica a favore dei propri cittadini, in linea con lo sviluppo che anche il resto del Paese va seguendo. Non ci si arrocca in un castello chiuso, aspettando che siano gli altri a venire da noi. Si dialoga, ci si confronta, e se l’altro ha di più, chiederò di ottenerlo anch’io, ma non cercando di portarglielo via. Camminiamo verso l’orizzonte del federalismo: a breve saremo la prima regione italiana a svilupparlo e gli altri – come da tempo accade – seguiranno il nostro esempio".