X

Dispersi nel Natisone, Patrizia telefonò 4 volte al 112. Procura apre un’inchiesta

“Abbiamo aperto un’inchiesta per omicidio colposo contro ignoti: in queste vicende, per procedere bisogna configurare responsabilità di tipo omissivo, non commissivo”, ha detto il Procuratore della Repubblica di Udine, Massimo Lia, in conferenza stampa, sulla vicenda delle due ragazze morte a causa della piena del Natisone e sul terzo ragazzo ancora disperso.


NordEst – “Abbiamo aperto un’inchiesta per omicidio colposo contro ignoti: in queste vicende, per procedere bisogna configurare responsabilità di tipo omissivo, non commissivo”, ha detto il Procuratore della Repubblica di Udine, Massimo Lia, in conferenza stampa, sulla vicenda delle due ragazze morte a causa della piena del Natisone e sul terzo ragazzo ancora disperso. “Condurremo tutti gli accertamenti del caso – ha aggiunto -, per accertare se i soccorsi siano stati tempestivi. Mi preme, però, segnalare che, allo stato attuale, non ci sono elementi specifici che ci fanno andare in questa direzione, ma le verifiche sono in fase iniziale”.

“Venite a salvarci!”. E’ la richiesta, quasi una implorazione, che Patrizia Cormos, ha fatto, in tono concitato, nelle sue telefonate al Numero unico 112, ai soccorritori, mentre il livello dell’acqua del fiume Natisone continuava a salire e lei, Bianca e Cristian si erano resi conto che la situazione stava diventando ingestibile, già pericolosa. Poi, una volta fornite le generalità, ha detto agli operatori: “chiamate mia mamma”.

Patrizia “ha fatto quattro telefonate al numero unico di emergenza 112”, come ha indicato in conferenza stampa il procuratore di Udine Massimo Lia, riuscendo a parlare 3 volte con gli operatori. In un’occasione invece – con la seconda chiamata – non riuscì a stabilire un contatto. Andrà ora chiarito, grazie all’analisi dei tabulati, se Patrizia non riuscì ad agganciare la linea per un problema al ponte delle comunicazioni, se questa si è interrotta prima della risposta dell’operatore o se è stata lei stessa ad interromperla. Nel corso della terza e quarta chiamata, invece, la ragazza ha parlato a lungo con gli addetti del 112. “La prima chiamata è delle 13.29, le altre nei minuti immediatamente successivi”, ha precisato Lia. Complessivamente, ha aggiunto le comunicazioni si sono verificate “in un arco temporale che si può quantificare grossolanamente in mezz’ora”.

Ciò che più mi addolora è che tutti hanno fatto foto e video e nessuno li ha salvati. Nessuno. Potevano forse salvarli. Non era importante fare i video. Lei era andata a fare una passeggiata, ha chiamato più volte il 112. Ha lasciato il suo nome, l’indirizzo. Ha detto ‘Chiamate mia mamma’”. E’ lo sfogo, fatto al Messaggero Veneto, della mamma di Patrizia. Per la prima volta dal dramma di venerdì, la donna ha rilasciato brevi dichiarazioni sulla vicenda: “Era un angelo – ha ricordato – studiava tanto e lavorava per mantenersi. Dopo l’esame all’Accademia, sostenuto proprio venerdì mattina, mi ha chiamata e mi ha detto ‘sono stata bravissima, ho saputo tutto'”.

Si è aperta oggi nella Casa Funeraria Mansutti al cimitero urbano di San Vito a Udine la camera ardente per Bianca Doros e Patrizia Cormos, le due ragazze scomparse nella piena del Natisone nei pressi del Ponte Romano di Premariacco il 31 maggio e le cui salme sono state recuperate il 2 giugno. Alla camera ardente sono giunti i familiari delle due giovani, entrambe di origine romena, che sono stati accolti dal prefetto e dal questore di Udine e dai comandanti provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Le due ragazze sono state vestite da sposa secondo la tradizione del loro Paese di origine.

Il ritrovamento

I corpi di Patrizia Cormos, 20 anni, al secondo anno dell’Accademia di Belle Arti di Udine e Bianca Doros, 23 anni, arrivata pochi giorni fa dalla Romania per far visita ai genitori, sono stati individuati a 700 metri e a un km a valle dal luogo della scomparsa. Continuano le ricerche del terzo disperso, il giovane di 25 anni, originario della Romania e residente in Austria, che si trovava insieme alle ragazze prima che i tre fossero portati via dalla corrente.

“Le ricerche proseguono con tutte le risorse che abbiamo in campo. Non ci fermiamo finché non troviamo anche il terzo disperso. La speranza, seppur ridotta, è di trovarlo ancora in vita”, dice all’Adnkronos Sergio Benedetti, vice comandante vicario dei Vigili del Fuoco di Udine, commentando il ritrovamento dei corpi delle due ragazze disperse e le ricerche del terzo disperso inghiottito insieme alle vittime dall’onda di piena sul fiume Natisone due giorni fa.

“Le condizioni del fiume vanno via via migliorando perché l’acqua, seppur molto lentamente, adesso sta diminuendo – spiega – Ora c’é il sole, bisogna vedere però il tempo che fa a monte. Le ragazze le abbiamo ritrovate distanti tra loro, il primo corpo è stato trovato dai vigili del fuoco con le qualifiche di tecniche fluviali, perlustrando il fiume, il secondo invece lo hanno recuperato i volontari della Protezione Civile”.

Redazione:
Related Post