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Dolomiti, Estate tragica per i ghiacciai

Quasi due ettari in meno in un solo anno per il ghiacciaio della Fradusta nelle Pale di San Martino, stessa sorte per il Travignolo. Lo confermano i rilevamenti più recenti della superficie della Fradusta, che ora si presenta divisa in tre tronconi: 5,38 ettari nel 2015 contro i 7,14 ettari del 2014

Nordest – Gli esperti confermano: persi fino a 50 cm di ghiaccio in poco più di 7 giorni durante l’estate 2015. A insidiare i 903 ghiacciai italiani anche il protrarsi della stagione di fusione.

I dati rilevati in queste settimane dal Parco Paneveggio Pale di San Martino confermano dunque l’estinzione del ghiacciaio della Fradusta, nel cuore delle Pale di San Martino. Un processo che accomuna molte località dolomitiche in tutto l’arco alpino. A insidiare i 903 ghiacciai italiani è il protrarsi della stagione di fusione che si estende sempre più. Inoltre, i ghiacciai sono sempre più sporchi e questo attrae più luce, accelerando il processo.

Sin dal 1994 il Parco Paneveggio Pale di San Martino, ha avviato un’attività di monitoraggio dei suoi due principali ghiacciai. Gli ultimi dati sul Ghiacc iaio della Fradusta sono impressionanti e confermano la tendenza ad una diminuzione della massa che potrebbe in breve tempo portare all’estinzione del ghiacciaio.

La Fradusta è un ghiacciaio d’altopiano, con notevoli morene frontali. Queste sono determinate sia dall’erodibilità delle rocce dolomitiche a contatto con i materiali di fondo, che dalla scarsa inclinazione della superficie. La massa glaciale si è ridotta del 60% nel corso dell’ultimo secolo. Il fronte del ghiacciaio termina su un piccolo laghetto proglaciale, ad una quota di circa 2650 metri.

Le ultime rilevazioni dalla Fradusta

“Il laghetto frontale – come ci spiega l’esperto Ervino Filippi Gilli – ha manifestato notevolissime oscillazioni: si è passati dai 7400 mq del 25 giugno agli 8700 mq del 26 luglio, ai 5500 mq del 27 agosto. L’altezza del manto nevoso di copertura al ghiacciaio il 25 giugno era di 1,3 metri sulla fronte e raggiungeva i 195 centimetri a quota 2730; questa copertura era praticamente tutta scomparsa già il 26 luglio.

Lungo il sentiero che porta al Passo Pradidali, in una depressione quotata a metri 2644 che normalmente è sempre colma d’acqua, è stata rilevata la presenza di ghiaccio sepolto: ciò fa pensare che sia possibile che anche in altri tratti della morena della Fradusta sia presente del ghiaccio ormai disgiunto dal corpo principale”.

I dati dal Travignolo

Stessa sorte a breve distanza, spetta anche al ghiacciaio del Travignolo, fra il Cimon della Pala e la Cima della Vezzana. Dal 1947 il Ghiacciaio del Travignolo è arretrato di circa 200 metri in dislivello e oggi il fronte sfiora i 2300 metri di quota.

“Già nel mese di luglio – aggiunge Filippi, dopo i rilievi locali sul Travignolo – la neve vecchia che circondava lo sperone roccioso centrale aveva avuto un notevole ritiro: paragonando le fotografie del mese di agosto 2014 e del luglio 2015, nonchè il rilievo topografico di confronto, si notava un arretramento delle lingue di circa 100 metri con scomparsa poi nel mese di settembre.

L’area di ablazione (area scoperta in cui si vede il ghiaccio vivo) nella parte terminale del ghiacciaio, vuoi per la poca neve caduta nell’inverno (3 metri contro i quasi 9 dell’anno precedente) vuoi per il perseverare di alte temperature in tutto il periodo estivo con temperature minime a passo Rolle maggiori di 0°C dal 25 maggio al 23 settembre, aveva subito un notevole aumento di superficie (ben oltre il 100% rispetto all’anno precedente) con innalzamento della linea di ablazione. La perdita di spessore – conclude Filippi – è stata valutata in circa 2 metri in alcuni punti”.

Redazione:
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