E’ rimasta incastrata in un macchinario martedì sera. Soccorsi inutili. La famiglia, avvisata solo due ore più tardi. Abitava con i genitori e il fratello a Miane. Nonostante l’età, lavorava da tempo nello stabilimento. Protestano i sindacati dopo la tragedia
NordEst – La giovane, è morta a 26 anni durante il suo turno di lavoro, rimanendo incastrata, all’altezza del capo, in un macchinario che le avrebbe schiacciato le vertebre cervicali. Viveva con la famiglia a Miane, in provincia di Treviso. L’incidente è avvenuto a Pieve di Soligo (Treviso) verso le 16 all’interno di un’azienda che dal 1987 commercia prodotti gastronomici surgelati. Sono stati i colleghi ad avvertire i soccorsi. Nessuno ha pensato di avvisare i familiari prima che lo facesse il sindaco Stefano Soldan verso le 18, due ore più tardi. Da qui le tensioni all’esterno dello stabile tra le forze dell’ordine e la folta comunità di albanesi di cui Anila faceva parte. I Carabinieri, che hanno messo sotto sequestro parte dello stabilimento, dovranno ora accertare le cause della morte di Anila.