Smog, informazioni su inquinamento e ‘impronta’ veicolo
NordEst – Spostarsi in città seguendo la qualità dell’aria, evitando le aree più inquinate ma anche considerando la propria ‘impronta’ sulle emissioni nocive. Tutto questo sarà possibile nell’Area metropolitana di Venezia, grazie all’applicazione “Ecomobility”, sviluppata nell’ambito dell’omonimo progetto Interreg Italia-Croazia, coordinato dall’Università Ca’ Foscari Venezia.
Oltre a ‘disegnare’ sulla mappa il percorso da seguire in auto, a piedi o in bici per raggiungere una destinazione, l’app evidenzia l’inquinamento da Pm10 e diossido di azoto a tre giorni nell’area veneziana, permettendo così di escludere dal tragitto le zone più inquinate. Inserendo i dati della propria auto è possibile anche sapere quanta anidride carbonica sarà emessa durante il viaggio. L’app, già disponibile per dispositivi Android, sarà presentata dopodomani nel corso di un incontro sul tema della mobilità sostenibile condotto dagli scienziati ed esperti del team Ecomobility, a Mestre.
Ecomobility è un progetto Interreg che mira a promuovere la sostenibilità ambientale del trasporto stradale e navale in aree costiere, utilizzando un approccio eco-compatibile. Il sistema creato dal gruppo di Informatica del Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica, raccoglie i dati di inquinamento in diversi punti della città e li rielabora in tempo reale sulla mappa. “Abbiamo sviluppato “EcoMobility” – spiega Salvatore Orlando, professore di informatica – per aiutare nella pianificazione di viaggi ecologici.
L’utente può ottenere l’impronta ecologica del viaggio, selezionare l’area più inquinata che il viaggio deve aggirare e utilizzare le previsioni di qualità dell’aria. Si tratta di un sistema che può essere implementato aumentando le centraline di monitoraggio e può essere facilmente adattato ad essere utilizzato in altre città con problematiche simili”, aggiunge.
“E’ noto – aggiunge Andrea Gambaro, professore di Chimica analitica e coordinatore di Ecomobility – che il traffico marittimo ha un maggiore impatto sulle particelle fini, più pericolose per la salute; con questo progetto stiamo valutando in modo dettagliato l’impatto del traffico navale su 12 diverse dimensioni di particelle, cercando di raggiungere anche le nanoparticelle, finora non ancora investigate da questo punto di vista”.