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Elezioni, Renzi congela le dimissioni tra le polemiche. Tra Salvini e Di Maio sfida sul Governo

M5S a valanga, exploit LegaIl voto regione per regioneDi Maio: “Noi vincitori assoluti”Salvini: “Al governo col centrodestra” e vede Berlusconi. Boom Lega, esulta Le Pen. Fuori Minniti, Franceschini, D’Alema, ok Gentiloni mentre tra M5s vincono tre espulsi. Per le regionali, Fontana in Lombardia è fatta Zingaretti in vantaggio in Lazio

NordEst (Adnkronos) – E’ ovvio che io lasci la guida del Pd“. Matteo Renzi annuncia in conferenza stampa al Nazareno le sue dimissioni, ma non immediate. Arriveranno solo dopo l’insediamento del nuovo governo. “Si riparte dal basso, militante tra i militanti, strada per strada” ha spiegato lui stesso, in una conferenza più volte rinviata. E non a caso.

Perché il segretario uscente si è presentato in sala stampa non proprio dimesso, imponendo una clausola anti inciucio alle sue dimissioni al termine di una giornata in cui ha ingaggiato un deciso braccio di ferro con il resto del partito. “Come previsto da Statuto, ho chiesto a Orfini di convocare l’Assemblea nazionale per aprire la fase congressuale. Questo accadrà al termine della fase dell’insediamento del Parlamento e del governo”, ha chiarito Renzi. Una mossa che lo lascia ancora al centro del campo da gioco e che è esplicitamente rivolta alle altre aree interne al partito.

IL RISULTATO ELETTORALE – “Mi pare che abbiamo riconosciuto con chiarezza che si tratta di sconfitta netta che ci impone di aprire una pagine nuova all’interno del Pd“. Oggi l’Italia, sottolinea, “ha una situazione politica in cui chi ha vinto politicamente le elezioni non ha numeri per governare”. Quanto all’immediato futuro chiarisce: “Cosa farò io? Non c’è nessuna fuga, io farò il senatore semplice“.

IL REFERENDUM – “Per onestà intellettuale -ha aggiunto Renzi a proposito della situazione di ingovernabilità uscita dalla urne – chi oggi ha vinto dovrebbe riconoscere che questo nasce dal voto referendario di un anno e mezzo fa. Chi oggi ha vinto è stato vittima di sé stesso e dei suoi marchingegni, di aver detto no a quella semplificazione del sistema elettorale che avrebbe permesso oggi di avere un governo per il Paese”.

GLI SBAGLI – Noi abbiamo compiuto errori: il principale è stato non capire che bisognava votare in una delle due finestre del 2017 in cui si sarebbe potuta imporre una campagna sull’agenda europea”. La prima finestra, indicata da Renzi, era quella in concomitanza con le elezioni, la seconda con quelle tedesche. “Non abbiamo colto quella opportunità” rimpiange.

ALLEANZE – “Non faremo la stampella di nessun governo delle forze antisistema” dice, precisando che “il nostro posto in questa legislatura è all’opposizione, lì ci hanno chiesto di stare italiani e lì staremo”. Sapete che c’è? Fate un governo senza di noi” aggiunge. “No inciuci, no caminetti, no estremismi. Noi saremo responsabili e la nostra responsabilità starà nel saper dire dei sì e dei no“. “In questa campagna siamo stati sin troppo tecnici” e “se a questo si somma l’evidenza di un vento estremista che nel 2014 siamo riusciti a fermare e stavolta no, comprendiamo come il risultato sia davvero deludente”.

LA POLEMICA NEL PD – “Non credo che sia possibile evitare un confronto vero dentro il Pd su ciò che è accaduto in questa campagna elettorale, in questi mesi, in questi anni. Sarà il caso di fare un congresso serio e risolutivo, non uno che si apre e non finisce mai, ma uno che permetta alla leadership di fare” quello per cui è stato eletto. Lunedì prossimo alle 15 ci sarà la Direzione nazionale, annuncia, Matteo Orfini, presidente dell’assemblea nazionale del Pd.

I risultati elettorali

5 Stelle al 32%. Carroccio al 18 sopra FI (14): destra al 37. Sicilia e Puglia; en plein 5 dei 5 stelle. Il boom del M5S, il sorpasso della Lega su Forza Italia, il disastro del Pd. L’esito delle elezioni politiche cambia tutto. Il giorno dopo il voto però un governo non c’è. Nessuna delle forze in campo ha raggiunto la soglia del 40%, ossia la maggioranza assoluta. Uno scenario quello di un’Italia senza governo che preoccupa l’Europa e spaventa Piazza Affari .

Reclamano la vittoria il M5S, che con il 32% si afferma senza rivali come primo partito, e la coalizione del centrodestra con il 37%. Entrambi però non arrivano al 40%, la quota dell’autosufficienza. Un rebus di non facile soluzione. Anche perché sulla carta tutti si dicono contrari agli inciuci. “Siamo i vincitori assoluti”, ha detto oggi il leader del M5S Luigi Di Maio, assicurando: “Siamo aperti al confronto con tutte le forze politiche“. “Sentiamo la responsabilità – ha poi aggiunto – di dare un governo all’Italia”.

Guardando i numeri, le alleanze possibili sono tra M5S-Pd o tra le due forze antisistema M5S-Lega ma entrambi gli scenari appaiono politicamente difficili da concretizzare. Il Pd, tramortito dalla gigantesca sconfitta, appare defilato nella partita e sembra più orientato a collocarsi all’opposizione. Ettore Rosato, nella notte, commentando i risultati, ha assicurato: “Il Pd andrà all’opposizione”, chiarendo anche che il partito “non è interessato a un governo con i 5 Stelle”. “Opposizione”, del resto è stata l’indicazione di Renzi. Ma se il segretario dovesse fare un passo indietro lo scenario potrebbe cambiare. Un Pd diverso da quello conosciuto fino a ieri potrebbe essere tentato di aprire al dialogo con il M5S.

La Lega, forte del risultato, punta in grande. Il segretario Matteo Salvini , rispondendo oggi a chi gli domandava se è accreditabile l’ipotesi di un governo con M5S, ha detto: “La Lega ha vinto nel centrodestra”. Poi sono arrivate parole ancora più nette: “Un governo Di Maio-Salvini onestamente proprio non lo vedo“. I 5 stelle ”cambiano idea troppo spesso”, ha spiegato, dicendosi sicuro che c’è la possibilità di un governo del centrodestra senza “andare a fare coalizioni strane”. Ma siamo solo all’inizio. In molti sono pronti a scommettere che la porta ai grillini non è chiusa. E tra le fila dell’area moderata azzurra serpeggia proprio il timore che si possano creare convergenze inedite tra il partito di Salvini e M5S.

Fa un’analisi sul dopo voto Massimo Cacciari. Per l’ex sindaco di Venezia l’ipotesi più probabile è che “i Cinque Stelle facciano il governo con la Lega“. “Il dato più significativo – dice all’AdnKronos – è la straordinaria affermazione della Lega rispetto a Forza Italia”. “I Cinque Stelle è difficile che vogliano allearsi con forze perdenti“, sottolinea, ricordando come è chiaro che ora il presidente della Repubblica Sergio Mattarella “dovrà dare l’incarico a Di Maio”. Certo è che il compito del capo dello Stato non sarà facile visti i numeri usciti dalle urne. Le consultazioni dovrebbero iniziare a fine mese. La partita è appena iniziata.

Il voto in Trentino Alto Adige

Ecco gli eletti in Trentino Alto Adige (TGR). Nel collegio di Bolzano, vittoria di Maria Elena Boschi (41,23%), che ha battuto la Biancofiore (24,99). Nel collegio per il senato, successo di Gian Claudio Bressa.

Il voto a NordEst

In Veneto e Friuli volano i partiti di centrodestra. In Veneto, Lega pigliatutto al Senato: ha il 32,2 per cento M5s sale al 24,5 Fi ferma all’11, Pd poco sopra il 17 In Friuli Venezia Giulia Lega di 2 punti sopra i 5 Stelle.

Ecco i risultati alla Camera in Veneto

Veneto 1-01 Collegio uninominale 01 – Venezia: si impone Giorgia Andreuzza del centrodestra su Enrico Schenato del Movimento 5 Stelle e Nicola Pellicani del centrosinistra.

Collegio uninominale 02 San Donà di Piave: vince Renato Brunetta, centrodestra, su Antonio Abrami del Movimento 5 Stelle e Sara Moretto del centrosinistra.

Collegio uninominale 03 Chioggia: vince Ketty Fogliani del centrodestra su Marco Dall’Acqua del Movimento 5 Stelle e Mario Dalla Tor del centrosinistra.

Collegio uninominale 04 Castelfranco Veneto: si impone Dimitri Coin del centrodestra su Eva Liberalato del Movimento 5 Stelle e Matteo Favero del centrosinistra.

Veneto 1-02

Collegio uninominale 05 Montebelluna: vince Ingrid Bisa del centrodestra su Andrea Armani del Movimento 5 Stelle e Anna Spinnato del centrosinistra.

Collegio uninominale 06 Conegliano: eletta Marica Fantuz del centrodestra che si è imposta su Daniela Bolzan del Movimento 5 Stelle e su Mariarosa Barazza del centrosinistra. –

Collegio uninominale 07 Belluno: vince Mirco Badole del centrodestra su Roger De Menech del centrosinistra e Rocco Bianco del Movimento 5 Stelle.

Veneto 2-01

Collegio uninominale 02 Padova: a due terzi dello scrutinio in vantaggio Arianna Lazzarini del centrodestra, su Fabio Verlato del centrosinistra e Maurizio Motta del Movimento 5 Stelle.

Collegio uninominale 03 Vigonza: Alberto Stefani, centrodestra, prevale su Alberto Artoni del Movimento 5 Stelle e Anna Zanetti del centrosinistra.

Collegio uninominale 04 Abano Terme: irraggiungibile Lorena Milanato del centrodestra che ha un ampio margine su Francesca Betto del Movimento 5 Stelle e Giulia Narduolo del centrosinistra.

Veneto 2-02

Collegio uninominale 05 Vicenza: vince Pierantonio Zanettin del centrodestra su Caterina Bedin del Movimento 5 Stelle e Alessandra Marobin del centrosinistra.

Collegio uninominale 06 Bassano del Grappa: Germano Racchella del centrodestra ha prevalso su sabrina Fanton del Movimento 5 Stelle e Rosanna Filippin del centrosinistra.

Collegio uninominale 07 Schio: vince la candidata del centrodestra Maria Cristina Caretta su Luca Canale del Movimento 5 Stelle e Simone Cecchetto del centrosinistra.

Veneto 2-03

Collegio uninominale 01 Rovigo: Antonietta Giacometti, centrodestra, prevale su Emanuele Cozzolino del Movimento 5 Stelle e Diego Crivellari del centrosinistra.

Collegio uninominale 08 San Bonifacio: vince Paolo Paternoster del centrodestra su Gloria Testoni del Movimento 5 Stelle e Paola Zanolli del centrosinistra.

Collegio uninominale 09 Verona: eletto Vito Comencini del centrodestra che ha battuto Alessia Rotta del centrosinistra e e Marcella Biserni del Movimento 5 Stelle.

Collegio uninominale 10 Legnago: largo vantaggio per il candidato di centrodestra Piergiorgio Cortellazzo sui Clara Zanetti del Movimento 5 Stelle e Silvio Gandini del centrosinistra.

Collegio uninominale 11 Villafranca di Verona: irraggiungibile il candidato del centrodestra Davide Bendinelli da Francesca Businarolo del Movimento 5 Stelle e Isabella Roveroni del centrosinistra.

Ecco i risultati in Senato

Collegio uninominale 01 Venezia: Maria Elisabetta Alberti Casellati, candidata del centrodestra, ha prevalso su Marco Nardin del Movimento 5 Stelle e Andrea Ferrazzi del centrosinistra.

Collegio uninominale 02 Belluno: vinto da Sonia Fregolent, candidata dalla Lega, che ha preceduto Gladis Riva del Movimento 5 Stelle e Laura Puppato del centrosinistra.

Collegio uninominale 03 Treviso: Massimo Candura del centrodestra ha preceduto Franco Storer del Movimento 5 Stelle e Isabella Gianelloni del centrosinistra.

Collegio uninominale 04 Rovigo: conquistato per il centrodestra dalla forzista Roberta Toffanin che ha vinto davanti a Micaela D’Aquino Movimento 5 Stelle e Pier Paolo Baretta del centrosinistra.

Collegio uninominale 05 Padova: netto vantaggio per Antonio De Poli, candidato del centrodestra, su Luigi Bisato detto Alessandro del centrosinistra e Leopoldo Armellini del Movimento 5 Stelle.

Collegio uninominale 06 Bassano del Grappa: centrodestra saldamente al comando con Niccolò Ghedini in vantaggio su Barbara Guidolin del Movimento 5 Stelle, e Giorgio Santini del centrosinistra.

Collegio uninominale 07 Vicenza: vince Erika Stefani del centrodestra su Liliana Zaltron, del Movimento 5 Stelle, e Daniela Sbrollini del centrosinistra.

Collegio uninominale 08 Verona: a poco dal termine sicuro vincitore è PaoloTosato del centrodestra che precede Giovanna Zago del centrosinistra e Gabriele Martino Pernechele del Movimento 5 Stelle.

Collegio uninominale 09 Villafranca di Verona: irraggiungibile Stefano Bertacco candidato del centrodestra che ha staccato nettamente Monica Bianchetti del Movimento 5 Stelle e Maurizio Facincani del centrosinistra.

Affluenza a NordEst

AFFLUENZA – Secondo i dati sull’affluenza alle urne, diffusi dal Viminale, alle 23 alla Camera ha votato il 72,93%, al Senato il 73,05%. Alle Regionali il 70,87%.

 

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