Sono 17 i nuovi decessi da coronavirus in provincia nelle ultime ore. Da segnalare – ha aggiunto il presidente Maurizio Fugatti – la scomparsa di un giovane 28enne, ricoverato a Rovereto fino ai giorni scorsi, poi dimesso e deceduto. In Val di Fiemme è lutto per la scomparsa di Raffaele Zancanella, primo presidente della Comunità di valle
- Mappa dei casi in Provincia autonoma di Trento
- Mappa dei casi in Provincia autonoma di Trento (dispositivi Mobili)
- Situazione Rsa del Trentino al 31 marzo (Apss)
Trento – Nel tardo pomeriggio di martedì si sono registrati 17 decessi in Trentino. I nuovi contagi sono 45: è il dato più basso dal 13 di marzo. 193 invece i guariti dall’inizio dell’emergenza. Si segnala inoltre la scomparsa di un ragazzo di 28 anni, in un primo tempo ricoverato all’ospedale di Rovereto e poi assistito a domicilio. Il ragazzo è deceduto per embolia polmonare.
Le analisi in corso stabiliranno se la causa è da attribuirsi al Covid-19. Il Trentino, in ogni caso, considera morti causate da Coronavirus anche quelle avvenute in presenza di altre patologie, attribuendo quindi al virus un ruolo fondamentale nel peggioramento delle condizioni di salute del paziente.
“Il dato di oggi circa il calo percentuale dei contagi è positivo – ha detto Fugatti – ma non significa che l’emergenza sia finita. I sacrifici fatti dalla nostra comunità sono stati importanti e continueranno ad essere importanti. I trentini sanno rispettare le regole: i prossimi 10 giorni saranno determinanti, perciò chiediamo ancora un forte rispetto delle regole per non vanificare gli sforzi fatti”.
La scomparsa del primo medico
Fugatti nel corso della conferenza stampa ha ricordato anche la scomparsa, di un medico, che è stato contagiato nell’esercizio della sua funzione. Da parte della Giunta, sincere condoglianze alla famiglia della dottoressa, così come a tutte le famiglie che hanno sofferto per un lutto causato dalla pandemia.
“In questo momento di lutto . ha precisato in serata l’Azienda sanitaria – duole dover precisare in merito alla notizia riportata da alcuni organi di informazione e precisamente sul fatto che la dottoressa Trimarchi deceduta ha visitato un caso sospetto Covid-19 con la mascherina chirurgica. Apss precisa che la professionista prima di recarsi al domicilio del paziente ha ritirato dal referente territoriale il kit con i Dpi previsti per le visite ai casi sospetti che contiene, come da protocollo, la
mascherina FFP2 e non la mascherina chirurgica”.
Le terapie intensive
Sono 80 le terapie intensive in corso negli ospedali trentini; un numero sostenibile rispetto alla potenzialità del Trentino, che dispone attualmente di un centinaio di posti.
Sono 7500 invece i tamponi fatti ad oggi, ha detto Antonio Ferro, del Dipartimento prevenzione dell’Apss, 1400 la scorsa settimana e altrettanti ne verranno fatti in questa. “Un dato da contestualizzare, però –ha aggiunto – : è importante considerare che attualmente su cento tamponi effettuati su casi ‘sospetti’ solo 8 risultano positivi. In passato questa percentuale era molto più elevata. Nella prossima settimana comunque i tamponi aumenteranno esponenzialmente, dando priorità al personale medico-sanitario.
Gli accessi al Pronto soccorso dovuti a problemi respiratori sono passati invece dal 70% al 30% del totale. La rete Influnet mostra che l’incidenza delle influenze sul totale è passata da 6,9 al 4,6. Ma la guardia deve rimanere alta. La settimana scorsa si sono registrati circa 2500 casi di sindromi influenzali; si tratta di persone che necessitano di un isolamento fiduciario domiciliare.
Il messaggio è: se avete o avete avuto una sindrome influenzale in questo periodo è stata causata molto probabilmente dal Covid-19. Ciò significa che dovete rimanere in isolamento per 10-14 giorni dopo l’esaurirsi della malattia, per evitare di contagiare gli altri. La malattia può durare 4-5 giorni oppure aggravarsi e durare molto di più. I soggetti che hanno avuto la malattia in forma grave rimangono poi contagiosi per gli altri per un periodo molto più lungo dei 14 osservati negli altri casi, anche fino a 30 giorni”.
Nella mattinata di martedì è stato siglato un protocollo fra Provincia, Federazione della Cooperazione, Sait e Dao, all’insegna della valorizzazione dei negozi multiservizio e del consumo di prodotti locali, preziosi in questo periodo in cui le persone non possono uscire dal loro comune, con un’attenzione particolare anche ai prezzi. “Chiediamo ai cittadini – ha detto il presidente Fugatti – di andare in questi negozi, e in altri che si muovono in questa direzione, come il Poli, e di cercare i prodotti trentini”.
Fugatti ha inoltre incontrato oggi i vertici delle Rsa di Alto Garda e Ledro. “La situazione è critica –ha commentato – qui e in altre Rsa del Trentino, ma la nostra volontà di dare risposte alle loro problematiche è ferma”.
Nel corso della conferenza stampa è stato proposto un collegamento con un imprenditore trentino che ha riconvertito parte della sua produzione in mascherine; si tratta di Lorenzo Delladio de “La Sportiva spa”. Su sollecitazione di Confindustria Trento questa e altre aziende tessili hanno introdotto modifiche sui loro impianti, piccole e grandi, per poter lavorare su tessuti più leggeri per produrre mascherine e anche vesti. “La mascherina risponderà alle normative vigenti – ha detto l’imprenditore – . Stiamo aspettando la certificazione, ma dovrebbe essere questione di ore. Questa ha rappresentato un’opportunità anche per una dozzina di dipendenti che sono stati richiamati dalla cassa integrazione. Se l’iter andrà avanti potremo fare entrare una parte più consistente dei 369 dipendenti al nostro servizio. Abbiamo materiale per 55.000 mascherine, ieri abbiamo iniziato, con 1.000, oggi siamo saliti a 2.000, e arriveremo presto alle 3.000 al giorno”.
Nelle prossime settimane l’obiettivo è garantire a tutti i cittadini l’accesso a queste forme di protezione, in parte grazie ad acquisti ma in parte anche grazie agli sforzi del sistema economico trentino.
Egidio Dipede, direttore dell’Unità di medicina e pronto soccorso dell’ospedale di Tione, ha spiegato i cambiamenti introdotti nella struttura in un periodo di tempo brevissimo per venire incontro all’emergenza. “In 24 ore siamo riusciti ad aprire due reparti per malati di Coronavirus e due distinti accessi al Pronto Soccorso, uno per l’utenza normale, uno per i possibili contagiati. Abbiamo anche realizzato un supporto ventilatorio non invasivo, per complessivi 12 letti, dando assistenza ai malati in maniera non invasiva. Attualmente possiamo assistere in tutto 33 malati. Per quanto riguarda il Pronto soccorso, abbiamo creato un’area dove il malato può attendere l’esito del tampone faringeo, formata da 14 letti, anche con una piccola sezione dedicata alle emergenze. Abbiamo infine avuto finora una ventina di dimessi”.
Diego Coelli dell’Associazione Psicologi per i Popoli ha illustrato il contributo degli psicologi al superamento dell’emergenza. “Telefoniamo alle persone che chiedono un’assistenza, parliamo con loro e cerchiamo di attivare le loro risorse. Riceviamo circa 10 telefonate al giorno che ci offrono uno ‘spaccato’ delle reazioni della comunità: si fa dalla tristezza agli attacchi di panico, fino alle situazioni familiari difficili, i cui problemi vengono amplificati dalla convivenza forzata. Ci chiamano anche malati e persone che li assistono, in ospedale o a casa. Si rivolgono a noi non solo anziani ma anche giovani e persone con famiglia”.
L’assessore provinciale alla salute Stefania Segnana, prima di esporre i dati del contagio comune per comune, ha riportato il ringraziamento di una famiglia che ha appena avuto un bambino, in piena emergenza Covid: “Nonostante la situazione – ha detto – i genitori sono stati ottimamente assistiti e hanno voluto ringraziarci, e così facciamo noi, rivolgendo un forte grazie anche a tutte le ostetriche che si recano a domicilio delle mamme. Grazie anche a tutti i cittadini che ci scrivono per farci sentire la loro vicinanza. Il Trentino è unito e sta dando una grande prova di sé”.
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