La prima sessione di ottobre in aula si è conclusa con il voto espresso dall’assemblea legislativa su 4 proposte di risoluzione, due delle quali approvate e una in parte, voto seguito alla relazione presentata dal presidente della Giunta Fugatti e discussa dai consiglieri in merito all’utilizzo delle risorse riconosciute dal governo alla Pat per il mancato gettito causato dal Covid. Risorse che l’esecutivo aveva deciso di accantonare quest’estate nei fondi di riserva attraverso il bilancio di assestamento
Trento – Queste risorse, ha esordito Fugatti, sono il positivo risultato ottenuto dopo una lunga concertazione con il governo condotta insieme al presidente della Provincia di Bolzano con il supporto del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro. Che Fugatti ha ringraziato per l’importante ruolo da lui svolto. Quanto all’inserimento di risorse tanto ingenti nel fondo di riserva, Fugatti ha giustificato la scelta per la situazione del tutto eccezionale e quindi difficilmente ripetibile che si è creata con l’emergenza Covid.
Il presidente ha poi ricordato che l’utilizzo di 138 dei 355 milioni di euro riconosciuti dallo Stato alla Pat ero già stato definito nella manovra di assestamento, per cui poi oggi resta da indicare la destinazione dei rimanenti 217 milioni. “Le previsioni sul calo del Pil per quest’anno – ha detto Fugatti – riteniamo che non peggioreranno, perché il turismo durante l’estate scorsa ha prodotto risultati importanti. Il dato di crescita previsionale sul 2021 è un po’ in miglioramento rispetto alle ipotesi dei mesi scorsi. In ogni caso – ha aggiunto – occorrerà tener conto del calo dei gettiti arretrati spettanti alla Provincia che subiremo dal 2022 in poi”.
Il governatore ha precisato che dei 217 milioni di euro in questione la Giunta ha deciso di utilizzarne subito 165, “perché su alcune partite tributarie il governo non ci riconosce ancora la copertura. Quindi l’esecutivo ha deciso di accantonarne prudenzialmente 52 per coprire queste partite fiscali, auspicando che da qui a fine anno il governo riconosca quanto ci spetta”. Quanto alla ripartizione di questi 165 milioni, alcuni ambiti sono nuovi mentre in altri capitoli si tratta di risorse aggiuntive rispetto a quelle già assegnate con l’assestamento. Il presidente ha evidenziato in particolare i 72 milioni di euro destinati alle opere stradali per la sicurezza viabilistica e per ricreare domanda pubblica di investimenti. Si tratta di opere stradali già arrivate al progetto esecutivo ma il cui finanziamento per vari motivo era stato stralciato. Ora basta quindi procedere alla realizzazione dei lavori.
Gli interventi in questione riguardano anche aree lontane e territori particolari (Ponte Pià, Vallarsa e Menador), emerse dagli Stati generali della montagna. Altri 11 milioni, ha proseguito Fugatti, andranno al turismo per gli impianti di risalita e il bando Apiae sugli alberghi, ai quali viene data la possibilità di far crescere la qualità ricettiva (centri benessere, ristorazione, ecc.). Per quanto attiene alle risorse economiche, 44 milioni sono ripartiti tra commercio e artigianato nelle valli. Ancora, 12 milioni sono per l’industria con fondi alle imprese trasferiti a Trentino Sviluppo.
Nove milioni andranno alla cooperazione e 8 di questi supporteranno il fondo Promocoop per contribuire al rilancio delle imprese del settore finanziando nuovi progetti di sviluppo. Sei milioni di euro sono riservati all’agricoltura e 1 milione è destinato a FBK per la ricerca. Altri 17 milioni andranno alla sanità per far fronte alle maggiori spese che l’Apss deve fronteggiare con l’emergenza Covid.
All’agenzia del lavoro sono destinati 12 milioni per le politiche attive con interventi di stimolo alle assunzioni a tempo indeterminato, mentre 10 milioni sono destinati all’Itea per le politiche della casa e altri 10 milioni finiranno sul fondo di riserva dei Comuni. Previsto un possibile indebitamento di 100 milioni all’anno per i prossimi tre anni.
Accanto a questo, ha proseguito il presidente, la Giunta provinciale pensa di destinare risorse per il mondo della scuola, riconoscendone l’importanza culturale. Questo con una prospettiva triennale di investimenti su vari ambiti per rendere il Trentino più moderno e competitivo, indebitandosi per 100 milioni di euro all’anno nel prossimo triennio (2021, 2022 e 2023) per mettere in campo un pacchetto di interventi che rispondano alle problematiche più rilevanti. L’auspicio è che il governo intervenga sulla normativa nazionale per dare possibilità alle regioni di fare più debito.
I progetti ai quali potranno andare le ulteriori risorse del Recovery Fund.
C’è poi tutta la partita della quota del Recovery fund che il governo trasferirà alla Provincia. La Giunta, ha spiegato Fugatti, ha intanto ipotizzato i 5 macro-settori sui quali intervenire per costruire il Trentino del futuro dopo l’emergenza Covid. Primo: viabilità nelle valli come la tangenziale di Comano, la variante di Canazei e altre sono opere che cubano 150 milioni di euro, ha detto, ma ha citato anche la circonvallazione di Cles, la variante di Pinzolo e la sistemazione della SS47 in Bassa Valsugana oltre al nodo tra Riva del Garda e Rovereto.
Si tratta per Fugatti di macro-opere che possono rendere il Trentino più moderno e competitivo. Secondo macro-settore: la sanità, con 80 milioni di euro che si aggiungeranno ai 17 segnalati prima, destinati in parte agli ospedali e in parte ai servizi socio-assistenziali (Rsa). Sarà l’assessorato di merito a decidere nel dettaglio.
Terza macro-area: i progetti di collegamento funiviario tra il fondovalle e la montagna, da finanziare con 70 milioni di euro. L’auspicio, ha sottolineato Fugatti, è che almeno una parte di questi progetti sia accolta dal governo al netto della partita ferroviaria che riguarda l’interramento tra Trento e Rovereto. Sulla funivia Trento Bondone, ha precisato il presidente, la Giunta è disposta a ragionare a fronte di una partecipazione anche privata. Un’altra ipotesi funiviaria finanziabile secondo Fugatti è quella per il collegamento Brentonico-Monte Baldo. “Il progetto di massima c’è già – ha ricordato – e risale a una decina di anni fa”. Quarta macro-area: l’edilizia scolastica, alla quale andranno 30 milioni di euro. Quinta: l’approvvigionamento idrico nel settore agricolo per razionalizzare con 20 milioni di euro l’uso della risorsa acqua.
Queste risorse secondo Fugatti “danno l’idea della crescita prospettata dalla Giunta provinciale per il Trentino nel post-Covid”.
Fugatti ha concluso evidenziando che la situazione dei contagi in questi ultimi giorni si sta facendo più critica, con zone come il Comune di Cembra dove i numeri dei positivi sono alti. Tuttavia non è il caso di allarmismi perché finora le terapie intensive sono a zero. Ieri è stato riaperto il reparto Covid all’ospedale di Rovereto e se il contagio non grava sulle terapie intensive si può dire che la situazione è sì critica ma ancora sotto controllo. L’auspicio è che ciò non avvenga e che il Trentino sappia gestire la situazione.
La discussione
Rossi: chiarezza sui soldi a Veneto Sviluppo e sulla possibilità per la Pat di indebitarsi.
Ugo Rossi (Patt) ha posto a Fugatti due domande per lui cruciali in merito alla disponibilità e all’utilizzo delle risorse. La prima è se la Giunta abbia davvero intenzione di destinare i 5+5 milioni di euro previsti per l’industria anche a Veneto Sviluppo. La seconda è se sia certa la fattibilità dell’indebitamento preannunciato dal presidente con 100 milioni di euro all’anno per tre anni da destinare a investimenti, nonostante il tetto consentito a legislazione vigente sia probabilmente inferiore. Su questo punto per Rossi sono necessarie informazioni precise, capaci di fugare i dubbi e di uscire dall’indeterminatezza.
Tonini: bene il confronto in aula ma la Giunta doveva avere un piano già in estate.
Giorgio Tonini (Pd) ha ringraziato il presidente del confronto su questo tema concordato con le minoranze. L’autonomia trentina non è apparsa inerme nei rapporti con Roma grazie al Patto di garanzia, ha ricordato Tonini, perché il contributo straordinario della Pat e della Provincia autonomia di Bolzano allo Stato era legato a vincoli europei sospesi in ragione dell’emergenza Coronavirus. L’ex parlamentare ha poi ricordato lo scontro tra la Giunta e le opposizioni avvenuto sull’assestamento, dovuto a suo parere ad uno strappo istituzionale, dal momento che i 217 milioni provenienti dallo Stato erano stati collocati con un sub emendamento dell’ultima ora nel fondo di riserva. Strada secondo lui pericolosa per la sostanza democratica delle istituzioni autonomistiche perché affidando a una delibera della Giunta la scelta dell’utilizzo di queste risorse, viene aggirato il principio del controllo democratico sul bilancio da parte del Consiglio. Il consigliere ha ringraziato Fugatti per aver colto il senso di quest’obiezione non strumentale ma sinceramente autonomista delle minoranze attribuendo a una circostanza straordinaria come l’emergenza Covid la decisione di collocare queste risorse nel fondo di riserva. E anche per aver deciso di sottoporre oggi al dibattito dell’aula le scelte sull’utilizzo di queste risorse. Resta però a suo avviso il problema del giudizio politico su questa vicenda, che è negativo su un punto: l’incomprensibile ragione per cui questo programma oggi presentato dal presidente non è stato proposto già in sede di assestamento. Cosa che ha fatto perdere mesi preziosi al Trentino. Ora siamo a ottobre inoltrato – ha osservato Tonini – e siccome queste risorse riguardano il bilancio 2020 la domanda è: riusciremo a spenderle entro quest’anno? A suo avviso era lecito attendersi che la Giunta avesse pronto un programma di spesa già all’inizio dell’estate. Questa per Tonini è la critica politica più importante rivolta alla Giunta dalle minoranze. Il consigliere ha sollecitato a spendere di corsa queste risorse privilegiando le iniziative che possono avere realizzazione immediata. Infine, secondo l’ex capogruppo del Pd non si può andare avanti con la logica del giorno per giorno in una fase in cui vi è una grande disponibilità di risorse, vuoi per l’indebitamento possibile vuoi per il Recovery Fund: ci vuole progettualità. Sia sul versante delle risorse a debito sia nei rapporti con il governo nazionale. “La Giunta non può limitarsi ad aspettare cosa ci diranno da Roma: avanziamo noi una proposta sull’idea di sviluppo del Trentino, a cominciare dal corridoio del Brennero”. Non serve a suo avviso un libro dei sogni ma una proposta realistica e lungimirante sulla quale avviare il confronto con il governo. Una proposta da discutere in Consiglio in occasione della discussione della Nadef (la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza). L’importante, ha concluso, sarà farsi trovare pronti per essere all’altezza di questa sfida ed evitare la dispersione di questa grande mole di risorse in investimenti non di qualità.
Ghezzi: sette questioni e l’esigenza di un patto per lo sviluppo.
Paolo Ghezzi (Futura) ha chiesto al presidente chiarimenti su 7 questioni. Prima questione: quali sono le partite fiscali per le quali la Giunta non è sicura di avere la copertura necessaria dal governo e che giustificano l’accantonamento di 52 milioni di euro? Seconda: con quale metodo e quali criteri è stata fatta la ripartizione di queste risorse? Terza questione: 17 milioni per la sanità, comprendendo in questa voce anche il settore socio-assistenziale, sembrano pochi per fronteggiare anche i buchi di bilancio accumulati dalle Rsa a causa dell’emergenza Covid con i meno ospiti entrati e i molti usciti senza purtroppo poter tornare più. Come sembrano pochi poi sia i 5 milioni per il commercio sia i 12 per l’agenzia del lavoro. Quarta questione: quanti di questi soldi saranno spesi nel 2020 e con quale grado di velocità, mancando solo 3 mesi al 2021. Quinta questione: balza agli occhi l’importo di 70 milioni per i progetti funiviari. Si tratta di una scelta strategica o derivante da valutazioni specifiche dei progetti? Sesta questione: è mancato nell’intervento del presidente un riferimento alla qualità della spesa a favore degli enti e dei servizi pubblici del Trentino. Quindi al grande tema della modernizzazione della pubblica amministrazione (Smart Working, mobilità dei dipendenti, ecc.). Settima questione: la sfida lanciata oggi dai sindacati con il “patto per lo sviluppo e la sostenibilità del Trentino” proposto a tutti i più importanti soggetti pubblici e privati. Per Ghezzi il concetto di patto è da recuperare e questo è il momento del dialogo con le parti sociali per rendere percorribile un itinerario di crescita e indirizzo strategico da parte della Pat.
Marini: mancano linee guida che indichino azioni di sistema e non solo settoriali.
Alex Marini (5 Stelle) ha osservato che il presidente non ha fornito delle linee guida sull’utilizzo di risorse pubbliche tanto ingenti, che indichino le azioni di sistema da mettere in campo anche per intercettare altre risorse previste a livello nazionale. Ecco le azioni di sistema indicate da Marini: l’edilizia verde per sfruttare l’opportunità offerta dal “superecobonus” voluto dal governo; la mobilità sostenibile pubblica e privata che il presidente non ha trattato; l’economia circolare e il riuso dei rifiuti e delle materie prime e seconde; la progettazione di “città digitali intelligenti” per rendere efficienti i processi di elaborazione dei dati in funzione di servizi pubblici più efficaci anche a beneficio della produttività economica; la possibilità che le case siano più accessibili e confortevoli per tutti intervenendo sull’Itea e lavorando non solo sulla proprietà ma anche sugli affitti, vista l’attuale maggiore mobilità delle famiglie; la governance istituzionale e la lotta alla burocrazia che esige investimenti ad esempio con una scuola interna alla pubblica amministrazione per formare i consiglieri comunali di maggioranza e minoranza; la riqualificazione urbana e la rigenerazione delle nostre comunità con opere pubbliche nelle aree oggi non valorizzate sia a Trento e Rovereto sia nelle valli. In assenza di queste possibili linee guida per marini manca un filo conduttore e prevale quindi la logica settoriale, in base alla quale si interviene dove mancano la risorse mentre bisognerebbe lavorare adottando una logica intersettoriale.
Quanto al metodo di lavoro, anche per Marini dovrebbe essere coinvolto il Consiglio per legittimare le decisioni riguardanti l’impiego delle risorse pubbliche.
Cia: non è stato affatto un errore accantonare queste risorse nel fondo di riserva.
Claudio Cia (Agire) ha ricordato l’errore compiuto dalle opposizioni che quest’estate avevano protestato pesando che il “tesoretto” accantonato dalla Giunta con l’assestamento nel fondo di riserva ammontasse a 350 milioni di euro. La verità era ii milioni di euro accantonati erano molti meno perché gran parte erano già stati inseriti nell’assestamento. Nulla di nuovo né di anomalo rispetto ad altre analoghe risorse accantonate nelle precedenti legislature , ha aggiunto Cia, perché anche allora le Giunte avevano utilizzato il fondo di riserva.
LA replica di Fugatti.
Fugatti ha chiarito che i 5+5 milioni per l’industria andranno solo a Trentino Sviluppo escludendo un finanziamento a Veneto Sviluppo: si favoriranno le imprese che si insediano nel Trentino sia che provengano dal Veneto o da altre regioni. Sul Recovery Fund il presidente ha precisato che la Giunta ha pensato a progetti per tutti i settori. Sulla possibilità di indebitamento della Pat ha spiegato che i 300 milioni di euro ipotizzare potranno essere 330 o 270, essendo impossibile prevederne oggi l’entità precisa. “L’importante – ha sottolineato – è che la Giunta provinciale abbia delinerato un percorso prevedendo risorse equilibrate rispetto alle potenzialità. Tutto dipenderà poi dalla possibilità di maggiore indebitamento che il governo aprirà ai territori. Sulle partite fiscali chieste da Ghezzi Fugatti ha ricordato che si tratta di gettiti arretrati riconosciuti dallo Stato alla Provincia ad esempio in materia di giochi. Quanto al criterio seguito per la ripartizione delle risorse ha evidenziato che “pochi sono i settori importanti non interessati da questi interventi: alcuni dovevano essere aggiornati mentre altri nuovi riguardano le opere pubbliche. Le priorità sono state dettate dalle necessità emergenti dai singoli capitoli e dalla mission di alcuni settori come la sanità.
LE DICHIARAZIONI DI VOTO SULLE PROPOSTE DI RISOLUZIONE
Dallapiccola: manca una visione e si inseguono le istanze dei sostenitori.
Michele Dallapiccola (Patt) ha criticato la modalità con cui la Giunta ha individuato a suo avviso “quasi casualmente” i settori cui destinare milioni di euro. Secondo il consigliere è mancata la trasparenza. Quanto al merito, ha aggiunto, il Patt non si oppone certo all’allocazione di 165 milioni di euro ma non può nemmeno votare a favore della risoluzione della maggioranza e quindi si asterrà. “Questo perché la logica seguita è stata ragionieristica, con un elenco sterile di commesse che soddisfano le singole zone del territorio e istanze provenienti da vari sostenitori della maggioranza”. Dallapiccola ha lamentato l’assenza di un’analisi dei trend economici dei prossimi anni per prefigurare l’andamento ad esempio dell’agricoltura o del turismo. E per indicare se questi sono i settori sui quali puntare per aumentare il nostro Pil. Ha anche evidenziato l’abbandono in questa legislatura del progetto trilinguismo avviato dalla Giunta precedente e che aveva un valore strategico. Ha pio chiesto che fine abbia fatto ad esempio il collegamento tra San Martino di Castrozza e Passo Rolle ma ha soprattutto evidenziato la mancanza di una visione, ribadendo che per questo “putroppo” il Patt esprimerà un voto di astensione.
Coppola: il no di Futura perché non si parla di scuola, cultura e politiche sociali.
Lucia Coppola (Futura) ha notato l’assenza di fondi che oggi sarebbero necessari alla cultura e all’istruzione. A suo avviso è stata dimenticata la categoria degli insegnanti, particolarmente a rischio e meritevole di sostegno. Quanto alle strade, Coppola ha chiesto di pensare ad una mobilità diversa e più adeguata ai tempi, ad esempio puntando di più sulle ciclopedonabili. Non sono stati citate da Fugatti le problematiche delle realtà culturali e artistiche che stanno continuando a vivere un momento grave come le compagnie di teatro e di danza. Quanto ai finanziamenti a FBK, non si capisce perché altri centri di ricerca non vengono sostenuti nonostante stiano studiando soluzioni anche per una diagnosi veloce del Covid. Quanto ai 17 milioni ad Apss per l’acquisto di attrezzature, secondo Coppola serve un piano strategico per incentivare i servizi sul territorio. A suo avviso sarebbe poi stato importante ricordarsi delle politiche sociali che non si possono ridurre all’Itea e alle Rsa. Per questo, ha concluso, Futura voterà contro.
Ferrari: Fugatti coinvolga le minoranze sulla programmazione.
Sara Ferrari del Pd ha preannunciato il voto di astensione del gruppo da lei guidato sulla proposta di risoluzione presentata dalla maggioranza a sostengo della relazione del presidente, “perché è difficile entrare nel merito di un documento che è una lista della spesa”. “Si tratta – ha aggiunto – di qualche decina di milioni di euro ripartiti in vari ambiti e che sono risorse aggiuntive rispetto a stanziamenti già previsti. Nulla di strategico, quindi”. Per questo Ferrari si è appellata al presidente Fugatti perché, mentre il Pd rinvia il giudizio di merito al Nadef in cui immagina di trovare elementi strategici e di visione, “coinvolga le minoranze nella programmazione degli interventi per il futuro del territorio trentino con i fondi straordinari derivanti non solo dall’indebitamento annunciato, ma anche dall’Europa”. E ha concluso sottolineando che a suo avviso, come hanno proposto i sindacati con un “patto per lo sviluppo”, oggi il Trentino ha bisogno di una larga condivisione politica per immaginare il futuro.
Marini: investire sulla lotta al cambiamento climatico.
Alex Marini (5 Stelle) ha presentato la risoluzione da lui proposta per vincolare parte delle risorse alla lotta al cambiamento climatico e per l’utilizzo del superecobonus attraeverso una compagna di informazione rivolta ai soggetti che vogliono beneficiarn, favorendo quindi l’incontro tra la domanda e l’offerta.
IL VOTO SULLE QUATTRO RISOLUZIONI: DUE APPROVATE INTEGRALMENTE E UNA PARZIALMENTE.
La risoluzione 26 proposta da Marini è stata approvata all’unanimità con un emendamento sottoscritto dalla Giunta con l’assessore Tonina.
La risoluzione 28 proposta da Ghezzi di Futura per garantire risorse al sistema delle Rsa messo economicamente in crisi dalla pandemia, è stata respinta con 20 no e 10 voti a favore. L’assessora Segnana ha precisato che il no voluto dalla Giunta non signifca che la Provincia non destini risorse alle Rsa ma considera che in aprile aveva deciso con una delibera di conteggiare il vuoto per pieno per garantire la sopravvivenza delle case di riposo in questo periodo in cui sono stati vietati ingressi di altri ospiti. L’esecutivo, ha proseguito Segnana, ha chiesto per questo aiuto anche al governo e ha sollecitato le Rsa a fornire alla Pat il loro bilancio con le richieste di risorse alla luce difficoltà patite. Infine, i dispositivi di protezione sono stati consegnati a tutte le case di riposo del Trentino dall’azienda sanitaria provinciale per ospiti e personale. Inoltre con gli incontri in corso l’assessorato sta monitorando la situazione.
La risoluzione 29 presentata dalla maggioranza a sostegno della relazione del presidente Fugatti è stata approvata con 20 sì, 2 contrari e 8 astenuti.
Infine la risoluzione 27 proposta da Degasperi per avviare la parificazione dei trattamenti degli operatori di Rsa e Apss, è stata votata per punti separati: il Consiglio ha votato all’unanimità a favore della premessa e del punto 1 (predisporre una relazione che chiarisca alla commissione consiliare competente le differenze nei trattamenti del personale delle Rsa rispetto a quelli riconosciuti per gli stessi inquadramenti ai dipendenti dell’Apss), mentre ha respinto il punto 2 (avviare un confronto con le organizzazioni sindacali e le Apsp per individuare risorse, modalità e tempi di parificazione dei trattamenti tra dipendenti delle Rsa e dipendenti delle Apsp.