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“Era la sua vita e ognuno ha diritto di viverla come desidera”

"Era la sua vita e ognuno ha diritto di viverla come desidera'', ha detto Silke, la
compagna di Karl Unterkircher, precipitato in un crepaccio in Himalaya.

'Spesso avevo paura per Karl – ha aggiunto -, ma poi arrivavano anche i momenti di fierezza e di felicita', quando tornava vittorioso da una delle sue ascensioni''. La donna è madre di tre figli tre figli e compagna dell'alpinista inghiottito sul Nanga Parbat., la "montagna maledetta". Mercoledì Karl sarà ricordato con una cerimonia funebre a Selva, in Val Gardena. 

Il rientro in Italia di Nones e Kehrer 

Appena rientrati in Italia, c'erano i familiari ad attenderli in una sletta riservata dell'aeroporto Malpensa. 

Il ricordo di Karl 

Le prime parole sono state in ricordo di Karl Unterkircher, il compagno morto dopo essere precipitato in un crepaccio durante la scalata del Nanga Parbat e li rimasto. Cosi' Walter Nones e Simon Kehrer, visibilmente provati, in una conferenza stampa all'aeroporto di Malpensa hanno parlato poco, essenzialmente dell'amico inghiottito dalla montagna. 

I commenti al loro rientro  

"Siamo distrutti", ha esordito Nones, "e non ho neanche tanta voglia di parlare perche' quando parti per una spedizione in tre e torni in due non e' bello. Quindi il pensiero va a Karl e alla famiglia di chi e' rimasto la".

Quando viene chiesto a Nones se ritornerebbe sull'Himalaya, precisa "che è presto per dirlo ma quando si passa una vita in montagna non è giusto fermarsi a causa di un incidente".

L'alpinista trentino ha ricordato inoltre che Unterkircher lascia moglie e tre figli, e che in questo momento di profondo dolore "la cosa piu' importante e' stare loro accanto". Poi ha ringraziato tutti quelli che sono stati loro vicini, "anche solo moralmente: e' anche grazie a loro che siamo arrivati a questa felice conclusione. A volte basta un bigliettino con su scritto "Forza ragazzi" per sentirsi piu' forti e riuscire ad andare avanti".

Kehrer in tedesco, ha concluso infine dicendo che ambedue speravano di poter recuperare con gli elicotteri l'amico tragicamente scomparso, ma a quelle quote non è sempre possibile farlo.

Dellai e Durnwalder sulla spedizione 

Anche i presidenti Lorenzo Dellai e Luis Durnwalder hanno salutato con gioia il rientro dei due alpinisti di casa. Il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai, a nome di tutta la Giunta, ha espresso gioia e sollievo per la fine dell'odissea di Walter Nones e Simon Kehrer sul Nanga Parbat.

"Siamo stati in ansia per loro – dice Dellai – anche se sapevamo che sono due grandi alpinisti e che erano nelle mani capaci di Agostino Da Polenza e del suo team, che coordinava i soccorsi. Fortunatamente l'incubo è finito, anche se permane in tutti noi il cordoglio per la tragica scomparsa di Karl Unterchircher. Sappiamo che essa non è dovuta a imperizia o leggerezza: scalare le montagne – specie queste montagne – presenta sempre qualche elementi di rischio e di imponderabilità, che possono sfociare, come purtroppo è stato in questo caso, in tragedia.  Voglio sottolineare però che anche in questa circostanza sono emersi i valori della montagna che riconosciamo come nostri: la tenacia, l'aiuto reciproco, l'unione delle forze, quei valori che hanno consentito a Nones e Kehrer di superare la loro prova più difficile e ritornare sani e salvi alle loro case, portandosi nel cuore il ricordo dell'amico Karl".

Categories: NordEst
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