Si profila una perdita consistente delle quote di mercato a favore di altri paesi (Cina e Turchia) che stanno già approfittando della situazione
Venezia – “Ancora una volta, purtroppo l’ennesima, le istituzioni europee e il governo italiano hanno vanificato in un batter d’occhio anni di attività dei nostri imprenditori e di investimenti in promozione della Regione del Veneto, bruciando un mercato che vale per la nostra nazione nove miliardi di esportazioni”.
L’amara riflessione è dell’assessore regionale all’economia e sviluppo, Isi Coppola, a margine della riunione straordinaria della commissione politiche europee che ha trattato il tema del blocco della Russia delle importazioni dei prodotti dall’Italia.
“Dico proprio bruciate – sottolinea Coppola – perché la scelta fatta dal governo russo, di fatto, non solo ci danneggia oggi direttamente con un blocco dolorosissimo, ma prelude a una perdita consistente delle quote di mercato sin qui acquisite dalle nostre aziende in favore di altri paesi che stanno già approfittando della situazione. In primis l’onnipresente Cina e la Turchia”.
“Strano modo di tutelare e rilanciare il ‘made in Italy’ e la nostra asfittica economia da parte di un governo – rileva l’assessore – che, al netto delle chiacchiere e dei proclami, fino ad ora ha prodotto ben poco di concreto. E se le azioni da ricordare sono queste, è meglio che si limiti alla sola propaganda”.
“L’Europa, ancora una volta, brilla per il nanismo delle proprie istituzioni rappresentative e per l’assenza di una comune politica estera ed economica che tuteli realmente ragioni e interessi dei propri Stati membri – aggiunge l’assessore veneto –. Non ci si venga a dire che è in ballo la più alta tutela dei diritti e della democrazia. L’Ucraina, nella sua recente storia non pare aver dato prove di maggiore democrazia e miglior governo della Russia. Se gli effetti del semestre di presidenza europeo dell’Italia sono questi, se nemmeno siamo stati invitati alle riunioni tra Gran Bretagna, Germania e Francia per affrontare e gestire la crisi russo-ucraina, se a differenza di questi Paesi nemmeno abbiamo aperto un canale diretto di trattativa con la Russia a tutela degli interessi anche economici italiani, la conclusione che si può trarre è che il peso specifico del governo Renzi a livello internazionale è pari a zero”.
“Sarebbe forse il caso – conclude Coppola – che, più che pensare all’abbigliamento per il red carpet del Festival del Cinema di oggi, qualcuno provvedesse urgentemente a mettere mano a un dossier ben più scottante dei flash dei fotografi”.