Arrestato imprenditore e segnalati a Procura 60 falsi lavoratori in Valsugana. A Bolzano, indagini su un’azienda che commercializza frutta
Trento – False assunzioni per ottenere indennità lavorative, previa la consegna di denaro al titolare di due aziende per rientrare tra i falsi assunti.
Le ha scoperte la guardia di finanza del Trentino con l’operazione denominata ‘Ghost job’, che ha portato alla luce contribuzioni indebite, quali indennità di disoccupazione, redditi di garanzia e di attivazione e assegni per il nucleo familiare, per circa 250.000 euro erogati dall’Inps e dall’Agenzia provinciale per l’assistenza e la previdenza integrativa della Provincia autonoma di Trento (Apapi) a 60 residenti in provincia, segnalati alla Procura.
A gestire le false assunzioni, secondo l’indagine, un imprenditore verso cui è stata emessa ed eseguita fuori regione un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari.
Gli accertamenti riguardano due imprese edili della Valsugana, in cui 60 non avrebbero mai lavorato, nonostante ricevessero buste paga, mai retribuite, utili a ottenere indennità e altro, come ad esempio rinnovi di permessi di soggiorno.
Bolzano – Un’evasione fiscale internazionale di quasi 7 milioni di euro è stata scoperta dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Bolzano. L’indagine su un’azienda operante nel settore della commercializzazione all’ingrosso di frutta ha portato alla luce un complesso sistema di trasferimento meramente formale della sede dell’impresa in un altro Paese dell’Ue.
In pratica, si trattava di una società “tedesca” la cui attività commerciale e gli organi decisionali erano in Italia e, quindi, avrebbe dovuto pagare le imposte nel nostro Paese.
In questo modo si è tentato di occultare all’erario nazionale i ricavi derivanti dalle vendite della frutta per un volume d’affari, nell’ultimo decennio, pari a circa 600 milioni di euro e le relative imposte, quantificate in circa 7 milioni di euro. La Guardia di finanza ha segnalato all’autorità giudiziaria tre persone ritenute responsabili del reato di dichiarazione infedele.