In 40 anni pressione +11%, top nel 2013 43,4% con Governo Monti
NordEst – Tra i versamenti che sono stati prorogati in questi ultimi mesi a causa del Covid e gli adempimenti ordinari previsti dal calendario, da mercoledì prossimo a fine mese gli italiani dovranno districarsi in una giungla fiscale costituita da 270 scadenze.
A chiedere il conto, rileva la Cgia, ci penseranno, in particolar modo, l’Iva, i contributi previdenziali, l’Ires, l’Irap e il saldo/acconto Irpef etc. La giornata più difficile sarà il 16 settembre quando il fisco chiederà 187 versamenti e la presentazione di 2 comunicazioni e di 3 adempimenti. Tra i 187 versamenti da fare entro il 16 settembre, 13 sono quelli che sono stati sospesi per la crisi provocata dal Covid.
Con il decreto di agosto è prevista una ulteriore parziale proroga per 13 scadenze secondo le seguenti modalità: il 50% del dovuto si può versare in un’unica soluzione entro il 16 settembre o in 4 rate mensili di pari importo (la prima il 16/9); il restante 50% si può rateizzare al massimo in 24 rate mensili di pari importo, con il versamento della prima rata dal 16/1/2021.
Negli ultimi 40 anni la pressione fiscale è salita dell’11%: nel 1980 era al 31,4%, nel 2019 al 42,4%.La punta massima nel 2013 col 43,4% a seguito dell’ inasprimento della tassazione imposto dal governo Monti che ha reintrodotto la tassa sulla prima casa, ha aumentato i contributi Inps sui lavoratori autonomi, ha inasprito il prelievo fiscale sugli immobili strumentali, ha ritoccato all’insù il bollo auto.