Riaperta dopo le 13 di lunedì, la superstrada della Valsugana tra Trentino e Veneto, dopo una serie di incidenti causati dal ghiaccio. Il più grave a Tezze di Grigno, auto e camion usciti di strada anche a Primolano. Vento in rinforzo nelle prossime ore
Borgo Valsugana (Trento) – Il gelicidio della notte in Trentino ha provocato diversi incidenti e notevoli disagi al traffico in tutta la provincia di Trento. La situazione più grave si è registrata però in Valsugana lungo la Strada Statale 47.
Per la difficoltà nel prestare i soccorsi e per la strada ghiacciata, si sono scontrate anche una jeep dei carabinieri e un’ambulanza. Pesantissime naturalmente le ripercussioni sul traffico tra Trentino e Veneto. La circolazione è stata riaperta solo dopo le 13.
I feriti
Le condizioni più serie riguardano cinque automobilisti, tutti in “codice rosso”, trasportati in elicottero al “Santa Chiara” di Trento.
Sono stati quasi 50 i mezzi coinvolti nella serie di tamponamenti, tra cui una decina di mezzi pesanti, incapaci a fermarsi a causa del ghiaccio, causato da una precipitazione, acqua mista a neve, iniziata dopo le 7.00 e proseguita per circa un’ora che, anche a causa delle temperature sotto zero, ha formato una patina insidiosissima sull’asfalto.
I feriti sono un giovane di 21 anni, uno di 19, uno di 29 e una di 20, non in pericolo di vita, più una giovane di 25 anni e una donna di 41 anni, che i sanitari riferiscono a rischio.
Altri sei feriti sono stati trasportati all’ospedale di Borgo, in Trentino e di Feltre (Belluno). Si tratta di un uomo di 36 anni, uno di 57 anni, una donna di 57 anni, una giovane di 25 anni, un giovane di 26 anni e una sesta persona.
All’ospedale di Trento sono stati inviati una donna di 34 anni, una giovane di 25 anni e un’altra donna di 36 anni, quest’ultima definita a rischio, così come un altro uomo.
La dinamica è al vaglio delle forze dell’ordine, ma lungo l’arteria nelle ultime settimane si sono verificati già numerosi incidenti. Deviazioni sulla viabilità alternativa sono state disposte in entrambi i sensi di marcia.
Decine di veicoli sono usciti di strada
All’origine degli incidenti tra Trentino e Veneto, l’asfalto reso viscido dalla pioggia della notte che si è ghiacciata durante le prime ore del mattino.
In zona, sono intervenuti sanitari del 118 con due elicotteri, Croce rossa, Carabinieri, Vigili del Fuoco volontari e mezzi del Servizio Strade della Provincia. Altri incidenti si sono registrati per il ghiaccio in diverse zone del Trentino da Nomi a Pinè.
Croce rossa con PMA
Intervento di protezione civile anche per la Croce rossa del Trentino che è stata allertata dalla centrale operativa del 112 a seguito della carambola di automezzi verificatasi lungo la statale della Valsugana, tra Grigno e Primolano, a causa della sede stradale ghiacciata.
Vista l’estensione della zona d’intervento, per soccorrere autisti e passeggeri degli oltre trenta mezzi coinvolti nell’incidente, sono stati inviati venti operatori provenienti dai gruppi Cri più vicini (Canal San Bovo, Borgo, Levico e Pergine) che hanno allestito due posti medici avanzati: quello proveniente da Canal San Bovo è stato montato direttamente sulla sede stradale all’altezza di Primolano, quello di stanza al magazzino provinciale Cri di Lavis, invece, all’interno della caserma dei Vigili del fuoco volontari di Tezze.
Sul posto anche un medico anestesista rianimatore e due infermieri, tutti volontari della Cri, e quattro minibus per l’evacuazione delle persone rimaste illese.
L’allertamento ha permesso di evidenziare l’ottimo livello di preparazione degli operatori e di coordinamento delle unità intervenute.
Il gelicidio
In meteorologia il gelicidio è un fenomeno che si verifica quando la pioggia, o la pioviggine, che rimane in forma liquida anche quando la temperatura superficiale delle gocce o goccioline è inferiore a 0 °C, si solidifica istantaneamente a contatto con il suolo formando uno strato di ghiaccio trasparente e molto scivoloso. La causa di questo è da attribuirsi al fenomeno della sopraffusione. Il fenomeno accade quando a livello del suolo è presente uno strato di aria fredda, con temperatura inferiore a 0 °C, mentre sopra c’è uno strato d’aria più calda che consente la fusione completa della neve che cade dalle nubi (il gelicidio non si forma quasi mai da nubi calde, cioè da nubi da cui l’acqua precipita allo stato liquido). Le gocce si raffreddano a una temperatura superficiale inferiore a 0 °C. Quando le gocce vengono a contatto con una superficie congelano all’istante, formando uno strato di ghiaccio trasparente, omogeneo, liscio e molto scivoloso, racchiudendo i rami degli alberi, gli arbusti, gli steli dell’erba e i fili elettrici all’interno di un involucro assai duro di acqua cristallizzata e trasparente. Il deposito di ghiaccio che si forma sugli oggetti è detto spesso vetrone o popolarmente vetriore, una forma particolare di ghiaccio vitreo.
Il gelicidio è all’origine di numerosi disservizi, dato che, a causa del peso del ghiaccio, può provocare la caduta di rami anche di grande spessore, nonché la rottura di cavi elettrici, con conseguente interruzione dell’illuminazione pubblica, problemi alle comunicazioni telefoniche. Inoltre, è una notevole insidia per la circolazione degli autoveicoli, per il fondo stradale scivoloso. Nei casi più gravi (le cosiddette tempeste di ghiaccio, in inglese ice storms) alberi interi possono cadere, recando danni gravissimi ai boschi, e la circolazione stradale risulta impossibile; talvolta si possono trovare addirittura rami di alberi incollati al fondo stradale ghiacciato. Fortunatamente il fenomeno è spesso seguito da un aumento della temperatura con conseguente disgelo, in quanto la pioggia cade da strati d’aria più caldi rispetto al suolo che quindi tendono a riscaldarlo progressivamente.
Non deve esser confuso con la brina che si deposita lentamente per condensazione sulle superfici esterne quando, in assenza di ventilazione e con umidità relativa dell’aria molto elevata, perdono calore di notte fino a raggiungere 0 °C. Altro fenomeno affine, ma distinto, è la neve chimica, che si forma in presenza di nebbia e basse temperature, quando siano disponibili a sufficienza nuclei di congelamento. Non dovrebbe essere confusa con il gelicidio neppure la galaverna, che si verifica con temperature inferiori a 0 °C quando minuscole goccioline di acqua esistenti nell’aria si solidificano intorno al suolo o sulla vegetazione formando un rivestimento che è però opaco (per la presenza di inclusioni di bolle aria), biancastro e assai fragile. Nel gelicidio invece l’involucro di ghiaccio cristallizzato è perfettamente trasparente, perché non contiene aria. In presenza di vento forte, il rivestimento intorno alle superfici segue la direzione del vento, cosicché si formano talora, specialmente intorno ai tralicci di metallo ed ai fusti delle piante, delle specie di lame di ghiaccio biancastre, irregolari e dentellate, larghe anche 20 centimetri e più; il fenomeno si chiama calabrosa.
Quando il ghiaccio sulle strade non viene gestito. #anas Viabilità bloccata sulla statale 47. Incidenti a catena. @ilcorriereit pic.twitter.com/qIKlW8olGu
— Stefano Benedetti (@oberon_gloster) January 14, 2019