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Ghiacciai delle Dolomiti: prosegue il monitoraggio

Dal 1960 al 1985 i ghiacciai hanno mostrato un’evidente espansione mentre oggi si stanno riducendo con un’impressionante accelerazione

Venezia – “La recente presentazione del nuovo Catasto dei Ghiacciai italiani, a cura dell’Università di Milano, ci consente di mettere in evidenza con soddisfazione anche il grande lavoro di ricerca e monitoraggio glaciologico svolto finora dalla Regione del Veneto nell’area dolomitica”. A sottolinearlo è l’assessore all’ambiente e alla difesa del suolo Maurizio Conte con riferimento alla presentazione nei giorni scorsi su un quotidiano scientifico di quest’iniziativa che utilizzerà anche i dati elaborati dal Veneto su tale tematica.

“L’ultimo risultato di queste indagini – fa rilevare Conte – si è concretizzato in una pubblicazione (I ghiacciai delle Dolomiti, Ed. La Galiverna, 2012) fatta dal glaciologo Franco Secchieri, che dagli anni ’80 collabora con la Regione come specialista in questo campo. Ma il lavoro di analisi è proseguito anche nell’estate del 2013, con sopralluoghi aerei su tutti i Gruppi Dolomitici, e a breve informeremo sugli esiti. L’obiettivo è di utilizzare le rilevazioni come strumenti di controllo delle fasce di territorio veneto più elevate in modo da valutare la possibile correlazione tra le variazioni delle masse ghiacciate e le tendenze del clima. Dal 1960 al 1985 tutti i ghiacciai hanno mostrato un’evidente espansione, con consistenti variazioni positive delle superficie e delle masse, mentre oggi si stanno riducendo con un’impressionante accelerazione. E’ quindi evidente come il monitoraggio glaciologico dell’area dolomitica abbia una valenza sia scientifica sia di informazione verso i cittadini la cui sensibilità ambientale è fortemente cresciuta”.

“Questo tipo di osservazioni, con rilievi prevalentemente aerei – aggiunge Conte – consente di tenere sotto controllo, anche dal punto di vista della sicurezza idrogeologica, quella parte di territorio che per sua natura si trova esposta a condizioni ambientali particolari e maggiormente a rischio dissesto. Le Dolomiti proprio per le loro caratteristiche geografiche e morfologiche costituiscono quello che Secchieri ha definito un laboratorio climatico–glaciologico. Più di 80 sono infatti i siti così detti “glaciogeni”, luoghi nei quali esistono le condizioni favorevoli all’accumulo delle masse gelate in periodi climatici favorevoli o, al contrario, se ne può osservare la riduzione, fino anche all’estinzione, come per qualche esemplare sta succedendo oggi. Proprio per questo impegno e per i risultati conseguiti fino ad oggi, si è creato un rapporto con l’Università di Milano e il prof. Claudio Smiraglia, a capo del progetto per la formazione del nuovo Catasto dei ghiacciai italiani, che ha inserito i dati del Veneto nel data base che verrà pubblicato probabilmente in primavera”.

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