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NordEst (Adnkronos) – Da lunedì 15 marzo entra in vigore la nuova ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, decisa sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia.
La Provincia di Trento diventa zona rossa, mentre quella di Bolzano, per la quale si ipotizzava lo stesso passaggio, invece no. Passano in area rossa le Regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Veneto e la Provincia autonoma di Trento che si aggiungono a Campania e Molise che restano in area rossa. È quanto si apprende da fonti del Ministero della Salute.
Il report: “Terapie intensive sopra soglia critica”
Nel report, relativo al periodo 17 febbraio-2 marzo, si evidenzia che “l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,16 (con un intervallo tra 1,02-1,24), in aumento rispetto alla settimana precedente e sopra 1 in tutto il range”. E secondo i tecnici “un valore di Rt superiore a 1 indica che l’epidemia è in espansione, con il numero di casi in aumento”. Sale il tasso di occupazione in terapia intensiva, ma anche quello dei ricoverati.
“Nella settimana dall’1 al 7 marzo si continua a osservare un’importante accelerazione nell’aumento dell’incidenza” dei casi di Covid-19 “a livello nazionale rispetto alla settimana precedente: 225,64 per 100mila abitanti (1-7 marzo), verso 194,87 per 100mila abitanti (22-28 febbraio)”, viene spiegato ancora.
Terapie intensive sopra soglia critica, al 31%
“Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è complessivamente in aumento e sopra la soglia critica: 31% verso 26% della scorsa settimana. Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in aumento da 2.327 (2 marzo 2021) a 2.756 (9 marzo)”, risulta ancora dal monitoraggio. “Tale tendenza a livello nazionale sottende forti variazioni inter-regionali – si precisa – con alcune Regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica e il relativo impatto, uniti all’incidenza, impongono comunque misure restrittive”.
In aumento anche ricoveri non in terapia intensiva
Anche “il numero di persone ricoverate in aree mediche è in aumento, passando da 19.570 (al 2 marzo) a 22.393 (al 9 marzo)”. “Tale tendenza a livello nazionale sottende forti variazioni inter-regionali – si precisa – con alcune Regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica e il relativo impatto, uniti all’incidenza, impongono comunque misure restrittive”.
Aumentano i casi sintomatici
Inoltre “si osserva un forte aumento nel numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (50.256 contro 41.833 la settimana precedente). Si mantiene stabile la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti (28,8%). Aumenta, invece, la percentuale di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (37,8% contro 35,2% la settimana precedente)”. Infine, “il 20,2% dei casi è stato rilevato attraverso attività di screening e nel 13,2% non è stata riportata la ragione dell’accertamento diagnostico”, conclude il report.