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Grandi derivazioni idroelettriche in Trentino: è online il catalogo digitale

Le mappe e le caratteristiche di 21 grandi derivazioni idroelettriche, composte da 50 impianti, diffuse sul territorio trentino sono oggi digitalizzate. Si tratta, sostanzialmente, di una banca dati che contiene la rappresentazione geografica delle dighe e di tutte le infrastrutture ad esse collegate – comprese le centrali idroelettriche, ma anche traverse, gallerie, canali, condotte forzate e vasche – che fanno del Trentino uno dei maggiori produttori di energia pulita in Italia. In tutto, il catalogo censisce oltre 10 mila elementi

Trento – “La trasformazione delle 540 tavole cartacee in un catalogo digitale avanzato – ricorda il direttore generale di Trentino Digitale, società di sistema della Provincia autonoma di Trento, Kussai Shahin – ha visto impegnate, da gennaio 2021 a febbraio 2022, la nostra società e l’Agenzia Provinciale per le risorse idriche e l’energia (Aprie), con l’obiettivo di realizzare una piattaforma avanzata e innovativa. Il nuovo strumento – spiega la dirigente generale di Aprie, Laura Boschini – permette una gestione avanzata, in linea con i tempi e le esigenze della struttura, delle informazioni su carte digitali. Questo ci consentirà di incrociare le informazioni del catalogo con i dati del catasto e di altri tematismi del sistema territoriale digitalizzato, quali ad esempio la tutela delle acque, la sicurezza del territorio, l’urbanistica, lo sviluppo sostenibile, il paesaggio”.

Soddisfazione viene espressa anche dagli assessori provinciali all’Urbanistica, ambiente e cooperazione, e allo Sviluppo economico, ricerca e lavoro, secondo i quali il catalogo digitale sarà fondamentale in vista della scadenza, e della successiva riassegnazione delle concessioni idroelettriche. Il nuovo strumento consentirà infatti di svolgere analisi con i diversi livelli di informazioni stratificate, tra cui quelle catastali, di produrre mappe utili all’inquadramento ambientale e territoriale delle derivazioni, e per la rappresentazione generale del patrimonio idroelettrico.

L’attività di digitalizzazione delle informazioni ha richiesto diverse fasi di lavorazione. Innanzitutto, è stato necessario incrociare le mappe e le cartografie storiche con i dati attuali disponibili presso Aprie, quali i rapporti di fine concessione presentati dal concessionario, i documenti per l’accatastamento, la cartografia tematica provinciale e la documentazione d’archivio.

Il lavoro ha consentito di ricostruire digitalmente la posizione e la precisa composizione di tutte le opere che costituiscono i vari impianti, per arrivare – quindi – ad avere una cartografia completa. Questo ha permesso di popolare il catalogo digitale delle opere esistenti e la possibilità di consultare digitalmente gli impianti idroelettrici, oltre alla possibilità di aggiornare facilmente i dati, grazie alle nuove tecnologie. L’innovazione rende il catalogo digitale fonte di informazione geografica funzionale alla preparazione della documentazione necessaria alle gare per la riassegnazione delle concessioni. Inoltre, la banca dati consentirà di mappare in modo puntuale il patrimonio mobile e immobile che, al termine dei contratti di concessione, passerà in proprietà alla Provincia.

“Il nuovo sistema – spiega Sandro Rigotti, referente del Servizio Grandi derivazioni elettriche e distribuzione gas di Aprie – consente di lavorare in modo dinamico, anche in termini di mera consultazione, garantendo parimenti la possibilità di predisporre elaborazioni e produrre documenti in tempi più ridotti grazie ad incroci con informazioni di altre banche dati, e di aggiornare facilmente i dati. Ad esempio, il catalogo digitale consentirà la mappatura plani-altimetrica puntuale del complesso sistema di opere cui è costituita una derivazione, molte delle quali sono realizzate nel sottosuolo, di tracciare i flussi d’acqua interni alla derivazione secondo un modello logico del flusso oppure di incrociare i dati del sistema urbanistico, così da verificare eventuali rischi idrogeologici o gli altri livelli di tutela che si sono stratificati man mano nel tempo, nei territori interessati dalla derivazioni”.

“Il risultato – continua Rigotti – è il frutto di un lavoro di oltre un anno portato avanti da Aprie, Trentino Digitale e fornitori esterni che risponde in maniera coerente alle nuove esigenze di una gestione attenta e precisa del patrimonio di beni oltre a quelle più tradizionali della risorsa acqua. In futuro contiamo anche di ampliare l’operatività interna offerta dal sistema digitale delle opere che è stato predisposto, collegando i singoli beni e le derivazioni con i procedimenti di varia natura ad essi riconducibili, dando così coerenza temporale e spaziale ai beni realizzati, a quelli autorizzati al rinnovo o ai nuovi progetti che scaturiranno dalle nuove concessioni. Grazie alla rappresentazione digitale sarà più facile interagire tra le opere site nel territorio e i provvedimenti ad esse associati, derivanti dai procedimenti; ciò consentirà di tener monitorato nel lungo periodo gli impegni derivanti dai provvedimenti assunti, capitalizzando così il lavoro svolto dalla pubblica amministrazione in base ai procedimenti svolti.” Insomma, questo nuovo sistema concorre nel perseguire l’obiettivo generale di digitalizzazione della pubblica amministrazione.

Il sistema sviluppato è stato ideato come strumento a servizio delle procedure interne di Aprie e delle strutture provinciali mediante il database geografico provinciale. Nel futuro le principali informazioni digitalizzate saranno sintetizzate anche per essere rese disponibili al pubblico come “opendata” nel portale geocartografico.

Le operazioni di digitalizzazione

Alla base della digitalizzazione delle opere e degli impianti collegati alle grandi derivazioni idroelettriche c’è stata la scansione delle mappe cartacee, effettuata secondo un preciso modello, definito negli anni scorsi grazie a due progetti pilota. Le scansioni sono state quindi georeferenziate sulla cartografia del territorio provinciale (il sistema Siat). A questo punto, è stato possibile disegnare digitalmente e classificare le opere sulla cartografia. Nella banca dati è stato realizzato il “reticolo idrico tridimensionale”, che permette di determinare e studiare il flusso idrico dei vari impianti.

I numeri del catalogo digitale, realizzato grazie anche a Trentino Digitale, sono importanti: 10.415 elementi riconducibili a 50 impianti di derivazione d’acqua che fanno capo a 41 centrali di produzione di energia elettrica, alcune delle quali poste fuori dal territorio provinciale poiché riferite a grande derivazione d’acqua a scavalco con la regione del Veneto o con la Provincia autonoma di Bolzano.

“Trentino Digitale – sottolinea il direttore generale, Kussai Shahin – sostiene la digitalizzazione del territorio, grazie alla sinergia con le amministrazioni pubbliche della provincia”.

Il rinnovo delle concessioni

Il catalogo digitale sarà uno strumento operativo di riferimento in vista della scadenza, e della successiva riassegnazione, delle concessioni idroelettriche. A tal fine, la Provincia dovrà predisporre le procedure per la riassegnazione delle concessioni, che non possono essere rinnovate automaticamente sia secondo lo Statuto di autonomia sia in base alla disciplina nazionale ed europea. Si tratta di un’attività complessa che da oggi potrà contare anche su uno strumento innovativo utile per la gestione multidisciplinare delle informazioni, la stesura dei documenti riguardanti le procedure pubbliche per la riassegnazione e per aiutare a strutturare nel libro del patrimonio della Provincia l’enorme mole di informazioni collegate ai beni devoluti gratuitamente alla scadenza delle attuali concessioni.

Il trasferimento, dagli attuali concessionari alla Provincia autonoma di Trento, dei cosiddetti beni bagnati (invasi, dighe, canali, opere di presa, condotte forzate ed opere accessorie), che costituiscono la parte principale di un impianto di grande derivazione d’acqua a scopo idroelettrico, avverrà alla scadenza delle concessioni e  dovrà rispettare alcune condizioni previste per legge; queste riguardano l’analisi dell’assetto patrimoniale, lo stato di regolare funzionamento dei beni e dell’effettiva disponibilità, attraverso una procedura di verifica  in contraddittorio tra le parti e che si concluderà con l’iscrizione degli stessi beni nei Libri tavolari.

“Al momento del trasferimento – conclude Rigotti – il concessionario è tenuto ad assicurare il titolo tavolare idoneo che consentirà il riconoscimento della proprietà in capo alla Provincia. In qualche caso il concessionario dovrà operare dei frazionamenti o costituire, qualora non lo siano già, eventuali titoli utili per disgiungere la proprietà dei beni da quella del terreno: ad esempio, nel caso di occupazione di terreni assoggettati ad uso civico, il concessionario dovrà costituire, qualora già non vi siano, specifici diritti di superficie, anche in sottosuolo. Tutto questo avverrà sulla base delle analisi condotte mediante il nuovo catalogo digitale”.

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