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Guasto all’inceneritore di Bolzano, silenzi e pericolosi ritardi nell’emergenza

Giovedì 7 novembre un guasto al sistema di combustione ha liberato una nube tossica sui quartieri di Casanova e Firmian

Bolzano – Il blocco di un ventilatore di coda all’inceneritore di Bolzano sud ha causato sforamenti di monossido di carbonio di 40 volte oltre la soglia consentita, oltre a superamenti dei limiti di acido cloridrico e ossidi di azoto. L’eurodeputato Andrea Zanoni: «Sono necessari monitoraggi anche del terreno investito dalla nube tossica. Qualcuno deve spiegare e rispondere del ritardo con cui è stata informata la popolazione sull’ accaduto. Stiamo parlando della salute pubblica e le omissioni e i silenzi non sono giustificabili e sono da codice penale».

Giovedì 7 novembre 2013 all’inceneritore di Bolzano sud, un impianto da 130 mila tonnellate di rifiuti l’anno e costato alla Provincia 120 milioni di euro, si è bloccato l’interruttore che regola la potenza del ventilatore di coda, mandando in tilt il sistema di combustione e disperdendo una nube tossica sulla città e in particolare sui quartieri di Casanova e Firmian.

Dall’Ufficio Rifiuti della Provincia, dopo i primi monitoraggi dell’aria, hanno fatto sapere che il guasto inspiegabilmente tenuto segreto per quattro giorni ha provocato un preoccupante superamento dei limiti per i composti gassosi: per il monossido di carbonio, a fronte di una soglia di circa 100 milligrammi per metro cubo d’aria, si è registrato un picco 40 volte superiore di circa 3/4.000 milligrammi; per l’acido cloridrico, a fronte di un limite stabilito dalla Provincia di circa 40 milligrammi per metro cubo, si è arrivati attorno a quota 60 con un incremento di circa il 50% dei valori abituali. Sono stati rilevati, inoltre, sforamenti per gli ossidi di azoto.

Il Sostituto Procuratore della Repubblica di Bolzano, Giancarlo Bramante, ha aperto un’inchiesta e ha affidato ai Carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) il compito di verificare le conseguenze a livello di ambiente.

L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «C’è stato un ritardo nelle comunicazioni inaccettabile di cui qualcuno dovrà rispondere. Se sono già gravi gli sforamenti di monossido di carbonio e di acido cloridrico, è altrettanto grave che ancora nulla si sappia sui valori delle diossine. Stiamo parlando di una zona residenziale che è stata investita da una nube tossica la cui portata inquinante è ancora tutta da valutare.

Quanto prima dovranno essere effettuati monitoraggi anche sul terreno, soprattutto nel quartiere residenziale di Casanova che è la zona di massima ricaduta. Mi chiedo come sia stato possibile in un sistema, che ora dicono all’avanguardia, che in caso di guasto non ci sia stato un metodo per gestire l’emergenza in sicurezza informando in tempo reale la popolazione per consentire di adottare tutte le misure utili per evitare di respirare i veleni sprigionati nell’aria. L’impianto è stato costruito in un’area densamente abitata e la popolazione è stata informata con troppi giorni di ritardo».

Dal momento del guasto allo spegnimento dell’impianto sono trascorse 30 ore, quando la legge impone l’intervento entro 4 ore. «Invito la Magistratura a chiarire cos’è successo e, soprattutto, ad andare in fondo sulle responsabilità per l’incidente e sulla mancata informazione della popolazione. Ricordo che per l’Europa gli inceneritori sono destinati a sparire – ha concluso Zanoni – A Strasburgo, il 24 maggio 2012, il Parlamento europeo ha approvato la relazione “Un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse” che invita la Commissione europea “a razionalizzare la normativa in materia di rifiuti, tenendo conto della gerarchia dei rifiuti e della necessità di ridurre quelli residui fino a raggiungere l’obiettivo RIFIUTI ZERO”. Per questo, il testo “chiede alla Commissione di presentare proposte entro il 2014 allo scopo di introdurre gradualmente un divieto generale dello smaltimento in discarica a livello europeo e di abolire progressivamente, entro la fine di questo decennio, l’incenerimento dei rifiuti riciclabili e compostabili”».

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