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Hotel 5 stelle in aree agricole, dopo la replica della Provincia il Patt chiede correttivi

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La norma, inserita nell’assestamento di bilancio, ha suscitato un polverone. L’assessore Mattia Gottardi: “Nessun consumo di suolo in più rispetto a quello già consentito”. Ma il Patt chiede chiarezza con una nota


 

Trento – L’articolo 42 della manovra prevede la possibilità di costruire alberghi su aree agricole non di pregio purché siano di lusso. Una possibilità che già esisteva per insediamenti residenziali, produttivi e commerciali spiega l’assessore provinciale all’Urbanistica Mattia Gottardi e il nuovo articolo serve solo a chiarire meglio la norma, introducendo dei criteri qualitativi. In Trentino sono 8 gli hotel 5 stelle, in Alto Adige 51. E se si vogliono costruire servono spazi che nelle strette valli trentine si devono ricavare dove si può, dice il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti. Una norma che, nell’immediato, sono pronti a sfruttare a San Martino di Castrozza, nel Primiero.

Bosin (Patt) chiede correttivi

Pur apprezzando la manovra che rilancia l’economia trentina, il partito sottolinea: “Alcune misure, tuttavia, hanno richiesto un supplemento di approfondimento. In particolare l’articolo relativo alla costruzione di alberghi in aree agricole appariva, ad una prima lettura, come un ingiustificato consumo del suolo, in un momento in cui l’ambiente e le attività agricole devono essere al centro dell’attenzione per il loro sostegno e la loro salvaguardia. Le spiegazioni e le rassicurazioni fornite dal dirigente dell’urbanistica Giovanni Gardelli, hanno consentito di arrivare ad una visione più compiuta e rassicurante della situazione: sia per quanto riguarda l’impossibilità per tale norma di intaccare le aree agricole di pregio, sia per gli strumenti che già oggi possono essere utilizzati con il PUP e quelli che invece non potranno comunque essere messi in campo”.
La Capogruppo del Patt, Maria Bosin, in questo frangente ha fatto emergere in commissione le principali criticità di tale norma e ha fornito anche alcuni possibili correttivi da analizzare insieme alla maggioranza prima dell’arrivo in aula dell’assestamento. “Fra questi – precisa il Pat – oltre ai correttivi della norma sugli hotel nelle aree agricole basati su vincoli stringenti e necessarie compensazioni, un altro tema da tenere a mente è quello degli hotel dismessi: la previsione di portare a un anno il periodo di attività appare troppo limitata favorendo il cambio di destinazione d’uso. Una mediazione fra la norma che prevede i dieci anni di inattività e il presente testo è auspicabile. Gli autonomisti, con senso di responsabilità, sono pronti a dare il loro ulteriore contributo affinché tale provvedimento possa uscire dall’iter di approvazione migliorato grazie anche al necessario dibattito che misure così importanti sono in grado di generare”:
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