Ferragosto è un test interessante per stabilire che cosa conta nel “mercato” del turismo culturale
Trieste – Quanto sono importanti i musei per giustificare la definizione di “città d’arte” in riferimento a quei centri urbani che storicamente non sono mai stati considerati tali? Sarà merito dei giornali che, immancabilmente, ogni 17 agosto pubblicavano foto di turisti furibondi davanti ai portoni chiusi dei musei, e che ora ringraziano perché l’apertura consente di raccogliere qualche notizia in più, – foto, commenti, numeri – per riempire le pagine vuote di questo periodo dell’anno, ma è un fatto che Ferragosto, assieme a Pasqua, è diventato un picco dell’affluenza ai musei, tanto più che registra, in misura maggiore che a Pasqua, una massiccia presenza di stranieri.
I risultati di quest’anno vengono enfatizzati da entrambi i quotidiani del Friuli Venezia Giulia, che giudicano brillantissimi i risultati di Trieste (con 1500 visitatori il 15 agosto al Castello di Miramare e 1800 nei musei civici, tra San Giusto, Revoltella, Risiera, il riaperto Orientale – nella foto, ecc) e molto soddisfacenti quelli di Udine (600 visitatori tra Castello, Casa Cavazzini, Palazzo Morpurgo, Museo etnografico, ecc.) augurandosi – per quanto riguarda Udine, visto che a Trieste accade da qualche anno – che questo diventi “una piacevole tradizione”. Non sappiamo se il fenomeno dei turisti “all’assalto dei musei” si sia verificato anche ad Aquileia, Cividale, Gorizia e Pordenone, ma riteniamo di sì, almeno nei due musei archeologici nazionali sarebbe ben strano che fossero mancati i turisti di Ferragosto.
A questo punto si impone qualche riflessione, da consegnare soprattutto alla Regione, nella speranza che i segni di inversione di tendenza rispetto alla Giunta Tondo valgano anche per la politica culturale.
Partendo dalla constatazione che l’interesse turistico verso i musei è del tutto spontaneo e che i risultati buoni ci sono stati senza la minima iniziativa promozionale, se si escludono i comunicati pubblicati a cura dei singoli enti sulla stampa quotidiana locale, che notoriamente non è letta dai turisti, non si potrebbe prendere in considerazione finalmente l’idea di una campagna pubblicitaria della cultura regionale centrata sui musei, sulle peculiarità e differenze di ogni provincia, su argomenti che evidentemente “tirano”come archeologia, arte e storia? Lo fanno nella gran parte delle regioni italiane, ma in questa sembra da anni (è del 1985 o giù di lì l’ultima campagna di promozione dei musei) una missione impossibile.
Riusciremo a penetrare nel fortino di “Turismo FVG” e ottenere di vedere comparire la parola “musei” nel menù delle offerte turistiche proposte dal sito internet dell’agenzia? O almeno toglierci dopo anni dall’imbarazzante collocazione nella rubrica “Arte e cultura” (ma arte e cultura sono due termini equivalenti, confrontabili? l’una non è inclusa nell’altra???) in cui sono elencati musei che con l’arte non c’entrano nulla e dove la Casa delle farfalle di Bordano (senza offesa ma ci sembra paradossale) è posta sullo stesso piano delle Gallerie del Tiepolo?
Lo spirito pratico e imprenditoriale che, sperando di non sbagliare, si intravvede in questa Giunta regionale, non può non captare questo appello, che rientra nella categoria delle cose da fare senza troppo sforzo, correggendo qualche errore, anche solo di forma o investendo un po’ di denaro nella promozione di qualcosa – le nostre radici, i nostri tesori – che dovrebbe piacere sia alla sinistra che alla destra.
Ma che finora non è stato fatto, mentre per l’immagine della regione e anche per lo sviluppo occupazionale del comparto cultura potrebbe rappresentare – con una base così solida, nonostante tutto – una sicura opportunità di crescita.