In seguito alla denuncia, il Procuratore della Repubblica di Udine, Antonio Biancardi, quale atto dovuto indaga nei riguardi di 14 persone, fra le quali il papa' di Eluana, Beppino Englaro, l'anestesista Amato De Monte che ha guidato l'equipe medica che ha attuato il protocollo per il distacco del sondino della donna, e 12 componenti dell'associazione 'Per Eluana'.
Un atto atteso – 'Ci permette di svolgere le nostre attivita' difensive in contraddittorio'': cosi' Giuseppe Campeis, legale della famiglia Englaro, ha commentato l'iniziativa della procura della Repubblica di Udine che ha iscritto nel registro degli indagati 14 persone per l'ipotesi di reato di omicidio volontario aggravato per la morte di Eluana Englaro avvenuta il 9 febbraio alla casa di cura 'La Quiete' di Udine.
''Era un atto atteso – ha aggiunto – solo che, forse, doveva giungere il giorno stesso della morte della donna. Per noi non cambia nulla – ha spiegato Campeis – ora avremo modo di chiarire tutto in contraddittorio. Anzi posso dire che era un atto atteso''. Secondo l'avvocato udinese, tuttavia, la Procura della Repubblica di Udine non ha ancora risolto il dubbio ''se quanto avvenuto alla Quiete sia stato legittimo oppure no. Per questo che il Procuratore sta lavorando su due fronti''.
L'indagine sulle foto – Sono in tutto 130-140 le foto scattate nella stanza di Eluana Englaro, il giorno prima di morire, nella casa di riposo La Quiete di Udine. Tutte le foto sono state scattate il pomeriggio dell'8 febbraio quando nella stanza di Eluana sono entrati, su richiesta di Beppino Englaro, la giornalista della Rai, Marinella Chirico e il fotogiornalista, Francesco Bruni, accompagnati dall'anestesista, Amato de Monte, dall'infermiera, Cinzia Gori e dallo zio di Eluana, Armando Englaro.
Secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, a scattare le foto è stato solo ed esclusivamente Bruni che, con la propria macchina, ha fatto 60-70 istantanee della stanza e delle persone che vi si trovavano, senza mai riprendere Eluana. Successivamente, con una macchina fotografica fornita da De Monte, lo stesso Bruni ha scattato altre 60-70 foto a Eluana.
Al termine degli scatti, Bruni ha restituito la macchina fotografica a De Monte che – da quanto si è saputo – l'ha successivamente consegnata alla famiglia Englaro. Il primo gruppo di foto è stato sequestrato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Udine a Bruni che l'ha consegnato a Trieste, su richiesta degli stessi militari; il sequestro non è stato convalidato dal sostituto Procuratore della Repubblica del capoluogo giuliano Federico Frezza, che ha anche disposto la restituzione delle foto a Bruni. Il secondo gruppo di foto, che è quello con le immagini di Eluana, è stato ed è tuttora custodito dalla famiglia Englaro.