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Il Veneto accoglie il rientro in patria di due soldati morti in prigionia nel 1944 e fino all’anno scorso ritenuti dispersi

Sono l’alpino bassanese Pietro Perin e del bersagliere di Montegrotto Terme Giuseppe Corso

Venezia – Sono rientrati oggi in Patria veneta i resti di due soldati italiani, uno di Bassano l’altro di Montegrotto Terme, morti in un campo di prigionia tedesco in Polonia nel 1944, fino all’anno scorso ritenuti dispersi e le cui identità invece sono state scoperte e comunicate alle famiglie grazie alle ricerche di uno studioso veronese Roberto Zamboni.

Si tratta di Pietro Perin, alpino di Bassano del Grappa (Vicenza) nato nel 1916, e di Giuseppe Corso bersagliere di Montegrotto Terme (Padova) nato nel 1909, morti nel 1944 e tumulati nel cimitero militare italiano di Bielany in Polonia e riportati solo stamani nella loro terra con un volo speciale.

Ad accoglierli con tutti gli onori all’Aeroporto Marco Polo di Venezia c’erano i loro parenti (i figli dei fratelli di Perin e i figli di Corso), l’Assessore regionale Elena Donazzan, bassanese, una numerosissima delegazione di Bassano composta dai rappresentanti del Comune, e dalle sezioni Alpini e Combattenti e Reduci di Bassano.

Dopo la resa degli onori militari, il trombettiere della sezione Alpini di Bassano ha suonato Il Silenzio e il tenente colonnello Toni Bordignon Presidente dell’Associazione Combattenti e Reduci di Bassano ha letto la preghiera dell’associazione.

Le due piccole bare, rivestite della bandiera italiana, sono proseguite poi per la rispettive strade del ritorno, Perin a Bassano dove sarà tumulato nell’Ossario Militare e Corso verso il Monumento dell’Internato Ignoto a Terranegra di Padova.

“Sono qui – ha detto Donazzan – per rappresentare l’istituzione regionale che accoglie un proprio figlio che ritorna a casa per riposare accanto ai suoi cari ma anche perché sono la nipote di un soldato disperso in Russia. Aveva vent’anni mio zio e quando torna qualcuno spero sempre che torni anche un pezzo della mia famiglia. Qui oggi c’è l’Italia delle istituzioni civili e militari, ci sono i carabinieri, l’esercito, gli alpini, tutti schierati ma ci sono anche i cittadini. Così dovrebbe essere sempre”.

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