In carriera aveva vinto il Leone d’argento a Venezia nel 1994 con Il Toro. Una lunga carriera ricca di successi
Padova – La lettura da parte di Roberto Citran di due brevi racconti e di una poesia ha concluso la camera ardente a Padova per l’ultimo saluto a Carlo Mazzacurati. Tre letture, come tre erano le sue grandi passioni: la poesia di Parise, la letteratura russa, Venezia.
Centinaia le persone giunte nella ‘casa’ dell’associazione ‘Medici con l’Africa’ per l’omaggio al regista padovano. Tra loro anche Nanni Moretti, Giuseppe Battiston, Fabrizio Bentivoglio, Valerio Mastandrea, Silvio Orlando.
La scomparsa di Mazzacurati
Lutto nel mondo del cinema per la scomparsa del regista padovano Carlo Mazzacurati, 57 anni. Era stato ricoverato in ospedale a Padova in seguito all’aggravarsi delle sue condizioni, dopo essere stato dimesso poche settimane fa dall’ospedale di Monselice: da alcuni mesi era affetto da un grave malattia.
Lascia una figlia Emilia e la moglie, Marina Zangirolami, compagna di una vita e produttrice dei suoi ultimi film, entrambe vicine al regista fino all’ultimo. Carlo era figlio dell’ingegnere Giovanni Mazzacurati.
Carlo era nato il 2 marzo del 1956 a Padova. In carriera aveva vinto il Leone d’argento a Venezia nel 1994 con Il Toro. Per alcuni anni aveva abitato a Roma, poi era tornato in Veneto e aveva girato documentari dedicati ai grandi della letteratura italiana: Mario Rigoni Stern, Andrea Zanzotto e Luigi Meneghello oltre allo splendido documentario «Sei Venezia», con sei storie dedicate a personaggi veneziani.
L’ultima fatica, prima del film con Isabella Ragonese e Valeria Mastandrea, era stato un documentario, girato in Africa, e dedicato ai medici del Cuamm.