NordEst

Verona, incendio al canile: associazioni animaliste chiedono chiarezza

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“Inconcepibile che una simile tragedia accada in una città civile come Verona. Flavo Tosi intervenga subito”

verona canile

Verona – Le associazioni animaliste di Verona  chiedono chiarezza sull’incidente e un nuovo canile moderno e sicuro. Nella notte tra sabato 18 e domenica 19 gennaio per cause da accertare è scoppiato un incendio nel canile municipale di Verona. Nelle ore di chiusura non è prevista alcuna vigilanza. I cani sono chiusi nei box, senza possibilità di uscire ed otto di loro, per la maggior parte cani anziani ospiti da molto tempo della struttura, hanno trovato una morte orribile.

“Il Comune di Verona faccia chiarezza sull’incendio scoppiato al canile municipale di via Campo Marzo e si adoperi quanto prima per fornire la città di una struttura moderna e sicura”. Lo afferma  il vice presidente dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo, in merito all’incendio scoppiato nella notte tra sabato 18 e domenica 19 gennaio che è costato la vita a otto cani.
“Mi unisco alle associazioni animaliste della città che da tempo immemore chiedono una nuova struttura al sindaco Flavio Tosi. Basta a ritardi ed inefficienze nella progettazione e costruzione di un nuovo canile municipale. Se ci sono dei fondi stanziati dalla regione e questo scopo che siano impiegati immediatamente per un nuovo canile”.

“È scandaloso che in una città civile come Verona ci debbano essere ancora simili tragedie. Il primo cittadino intervenga come gli è stato chiesto da anni da associazioni e cittadini”, conclude l’eurodeputato.

In secondo luogo, da anni le associazioni animaliste (Animalisti Verona, ENPA Verona, GAIA Animali e Ambiente, LAV Verona, Lega Nazionale per la Difesa del Cane Verona, Lega Nazionale per la Difesa del Cane Legnago, OIPA Verona, Tribù Animale) ed una buona parte della società civile veronese denunciano ritardi ed inefficienze nella progettazione e costruzione di un nuovo canile municipale, meno precario e fatiscente di quello oggi in attività dove gli otto poveri animali sono bruciati vivi.

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