La situazione – Il Veneto è la seconda regione italiana in cui si registra il maggior numero di morti bianche. Questo è lo sconcertante scenario che emerge dai dati relativi al primo semestre del 2010, elaborati dall’Osservatorio sulla Sicurezza Vega Engineering di Mestre. A detenere il triste primato è la Lombardia con 37 morti, mentre la Puglia si piazza al terzo posto.
Belluno, Bolzano, Treviso e Vicenza sono le province in cui si è registrato il più elevato numero di vittime (5 morti sul lavoro in ciascuna provincia). L’unica provincia finora immune al fenomeno è Rovigo.
La maggior parte dei decessi riguarda lavoratori del settore agricolo (in cui si verifica ben il 46,2% degli incidenti fatali), forse a causa di una generale disattenzione nei riguardi delle misure di sicurezza preventiva. Segue il settore delle costruzioni in cui la percentuale di decessi si attesta al 15,4% (contro il 24,5% della media nazionale).
Confrontando i dati relativi ai decessi con il totale della popolazione attiva, la situazione peggiore è quella del Trentino Alto Adige, con un’incidenza pari a 19,3 per un milione di abitanti. Il Trentino Alto Adige viene così a trovarsi al quarto posto nella graduatoria nazionale, dopo Molise, Calabria e Abruzzo. Leggermente migliori gli indici per il Friuli Venezia Giulia (13,8) e per il Veneto (10,9). L’indice di incidenza più basso viene rilevato, invece, in Toscana, seguita a breve distanza da Umbria, Lazio, Piemonte ed Emilia Romagna.
Le vittime – Nel 43,6% dei casi, la vittima ha un’età compresa tra i 30 e i 50 anni, anche se non mancano le vittime più anziane: gli ultrasessantenni rappresentano infatti il 30,8% delle vittime.
Sempre nel NordEst, i lavoratori stranieri rappresentano il 7,7% dei morti sul lavoro nel primo semestre del 2010, un dato leggermente inferiore alla media nazionale (7,5%). Ancora: su 39 vittime a Nordest 2 sono donne, su un totale di 6 registrate in tutto il Paese.
Significative anche le cause di morte: più di un quarto degli incidenti mortali è ricoducibile a ribaltamento di veicoli e mezzi in movimento. Subito a seguire, le cadute dall’alto di oggetti pesanti (23,1%). Le cadute dall’alto causano il 20,5% dei decessi e il contatto con mezzi in movimento 10,3%.
Mauro Rossato, presidente di Vega Engineering, commenta così i dati rilevati: “L’elevato numero di decessi è un indicatore importante ed allarmante per chi si occupa di sicurezza – Molti degli incidenti si verificano spesso nella popolazione adulta, con una professionalità consolidata. Appare evidente, quindi, che la tutela dei lavoratori non deve essere mai posta in secondo piano, soprattutto quando l’esperienza è provata da anni di attività. Troppe certezze spingono, in effetti, a trascurare misure di sicurezza minime, specie in agricoltura e in edilizia”.