Le ipotesi di reato vanno dal falso ideologico, per aver indotto in errore un pubblico ufficiale (in questo caso l’ufficiale dell’anagrafe del Comune di Lamon, sommerso di richieste di cittadinanza di oriundi italiani in Sudamerica), al concorso nella falsificazione di documenti, fino al favoreggiamento per aver consentito l’ingresso e la permanenza in provincia di cittadini extracomunitari.
Il 25enne aveva casa anche a Fiera di Primiero e un’agenzia di affari con recapito presso una immobiliare locale (risultata estranea alla vicenda). Più di un centinaio i casi che la polizia sta accertando, una ventina i falsi acclarati.
Per rendere plausibile l’inganno, l’uomo si faceva fornire da alcuni impiegati complici in Brasile delle false attestazioni sull’origine italiana della famiglia, che venivano presentate, per evitare controlli accurati e velocizzare la pratica, negli uffici di alcuni piccoli comuni bellunesi. Grazie al meccanismo, sarebbero una ventina i brasiliani che hanno ottenutoillegalmente prima la cittadinanza e successivamente il passaporto.
L’uomo è stato arrestato su ordine di custodia cautelare spiccato dal gip Federico Montalto su richiesta del pubblico ministero Simone Marcon: un anno di indagine per la digos bellunese, che alla fine ha stretto il cerchio attorno all’uomo.