Nel sito del progetto “Italia che cambia” ho trovato una richiesta che potrebbe sembrare insolita, ma non lo è.
“Salve, mi chiamo Mario e sono in cerca di un lavoro. Pur essendo consapevole del fatto che se si cerca qualcosa bisognerebbe anche sapere cosa si sta cercando, non ho una richiesta precisa, sarà perché mi hanno montato male! Non cerco un lavoro per il gusto del guadagno, non sto cercando un lavoro che non mi faccia crescere, che distrugga ciò che di bello la natura ci ha regalato, che preveda il “lecchinaggio” per la gioia di far carriera.
Quello di cui sono certo è che vorrei sentirmi utile, che potrebbe esistere un altro mondo, un mondo in cui l’uomo ritorna a sentirsi parte di esso e faccia di tutto per limitare il suo impatto, che mi piace stare all’aria aperta, camminare, imparare saperi antichi, ascoltare storie, che mi piace il teatro, che mi piacerebbe conoscere pratiche spirituali, imparare l’artigianato (anche se non mai fatto nulla perché sono saperi che solitamente si tramandano).
Cerco soprattutto qualcosa che comporti serenità, cose che, in un lavoro da impiegato, da tutti reputato normale, io non ho trovato”.
Mario non sta cercando la luna. A ben guardare dentro la sua richiesta ci stanno il desiderio di appartenenza, di evoluzione, di autorealizzazione. Non il pensiero di primeggiare, ma di contribuire alla crescita umana e sociale senza per questo sfruttare e devastare l’ambiente, e anzi recuperando la saggezza antica di chi sentiva e viveva la connessione con la madre terra. Come dire che la civiltà non è solo un fatto di cultura, ma anche di natura.
E infatti portiamo entrambe le radici dentro di noi e continuare a tenerle separate come ci hanno insegnato non serve se non ad alimentare il pensiero dicotomico e separativo che ha portato a tanta devastazione.
C’è della poesia nelle parole di Mario e ci sono molte altre persone che condividono la sua intuizione riguardo alla possibilità dell’esistenza di un mondo diverso da quello attuale. C’è sempre l’alternativa e quando ce ne dimentichiamo, proviamo a riportarla in primo piano anziché lasciarla sullo sfondo.
Se volete dare un’occhiata al sito di “Italia che cambia”, una tisana ci starebbe bene. Ad esempio liquerizia, anice e menta.