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Bike in Trentino Alto Adige: una scommessa vincente

Un’attrattiva turistica lunga 410 km e in crescita

Trento – Il Trentino-Alto Adige punta da più di vent’anni sul cicloturismo, tanto da sviluppare un terziario da 85 milioni di euro l’anno. Il progetto è stato avviato nel 1988, quando alle nuove forme di turismo slow pensavano in pochi, attraverso la realizzazione da parte della Provincia di Trento di una grande pista ciclopedonale che oggi si snoda per oltre 410 chilometri dal Garda alle Dolomiti, che attraversa siti di grande valenza ambientale e che interessa 90 comuni. La pista solo lo scorso anno è stata fruita da più di 2 milioni di cicloturisti.

Qui il turista incontra una serie di servizi che vanno dalle aree di sosta e servizi igienici ai cosiddetti Bicigrill, delle moderne stazioni di posta in cui rinfrescarsi, pianificare le tappe successive e, soprattutto, curare la manutenzione della bicicletta. Anche le strutture ricettive offrono servizi specifici per i biker attraverso BikeHotels, vale a dire degli alberghi che si sono messi in rete, attrezzati per custodire i mezzi, offrire riparazioni meccaniche, noleggiare mountain bike e Gps con itinerari impostati.

Anche per quanto riguarda i trasporti pubblici l’accoglienza non manca perché spesso bus e treni assicurano il trasporto delle biciclette. Ad esempio, la Dolomiti Express (tratta Trento-Malé-Marilleva) la scorsa estate ha visto il passaggio di 10.478 bici. E in Alto Adige, acquistando una Bici Card, il ciclista ha la possibilità di risparmiare sul costo del biglietto e accedere a una serie di servizi aggiuntivi.

L’infrastruttura occupa, senza considerare l’indotto complessivo, circa un centinaio di persone fra progettisti e manutentori. Grazie al coinvolgimento dell’Agenzia del Lavoro, tutte le opere di contorno sono realizzate da cooperative che impiegano lavoratori allontanati dal ciclo produttivo.

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