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La Cooperazione trentina incontra il Consiglio provinciale

Incontro di reciproca conoscenza alla cooperazione trentina con i nuovi consiglieri provinciali e il consiglio della Federazione

Trento – La cooperazione esiste, in Trentino, da oltre 120 anni. Ma non è un dato scontato, né garanzia di eternità. La cooperazione è fatta di oltre cinquecento imprese, formate da circa 270 mila soci, che nel tempo hanno accumulato quasi 3,5 miliardi di patrimonio e fatturano 2,6 miliardi di euro l’anno.

Lavorano sul territorio, creano valore, soddisfano bisogni, contribuiscono allo sviluppo del Trentino e, come qualsiasi altra impresa, risentono della situazione generale.

“Il momento è difficile – ha affermato stamani il presidente della Cooperazione Trentina Diego Schelfi aprendo l’incontro informale con i neo consiglieri provinciali – più difficile che in passato. Abbiamo a cuore la nostra comunità, e per questo dobbiamo lavorare insieme: cooperazione e istituzioni, ognuno per la propria parte. Questo ci aiuta ad avere fiducia e trovare il coraggio per affrontare la crisi. Perché – ha aggiunto Schelfi – la cooperazione non sempre è compresa nei suo valore originale, e anche nella sua capacità di creare sviluppo, generando talvolta al contrario diffidenza e incomprensione”.

L’incontro, al quale hanno partecipato sedici consiglieri (non invitati in questa occasione quelli con responsabilità di giunta) si è svolto in un clima informale e molto cordiale.

Il direttore della Federazione Carlo Dellasega ha presentato alcuni dati significativi del sistema. Pur in un contesto di grande preoccupazione, le Casse Rurali riescono ad accogliere l’97,5% delle domande di finanziamento presentate, ma hanno dovuto svalutare anche quest’anno 150 milioni di euro di crediti considerati ormai non più esigibili. Le cooperative sociali assicurano servizi a 23mila persone, il settore dell’agricoltura tiene il passo soprattutto grazie all’esportazione, la cooperazione di consumo è impegnata in una sfida titanica per mantenere aperti i 201 negozi periferici ormai rimasti gli unici esercizi commerciali del paese. Importante anche il settore delle cooperative di lavoro, che riescono a saldo a mantenere l’occupazione, anche se non mancano imprese in cui l’occupazione è diminuita.

Lo storico dell’economia Andrea Leonardi ha dimostrato la relazione stretta tra autonomia e cooperazione, e l’economista Carlo Borzaga si è chiesto cosa sarebbe il Trentino senza la cooperazione. A cominciare dall’agricoltura.

I consiglieri hanno espresso le proprie valutazioni, chiedendo al sistema della cooperazione trentina un impegno forte verso la responsabilità nei confronti della comunità locale. Cooperative che devono garantire efficienza, non sempre dimostrata come qualche caso ha messo in evidenza, e attaccamento al territorio. Il sistema va difeso e rafforzato, con la giusta vigilanza e una forte attenzione anche da parte delle istituzioni.

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