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Lamon, protesta contro la diga del Vanoi: tanta gente e molti politici trentini e veneti in piazza

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Oltre 7mila firme raccolte per dire no alla’invaso, le recenti conferme sui dubbi dei tecnici dal governatore veneto Luca Zaia, ma anche le prese di posizione del collega trentino, Maurizio Fugatti e del ministro Matteo Salvini, il no di Belluno e dei sindaci, sembrano ormai aver affossato il progetto. Opera però, che in tanti hanno sostenuto nei mesi scorsi sul versante veneto, con quale regia politica? Chi ha riesumato realmente il progetto, si chiedono ancora in molti?

La piazza di Lamon ha ospitato la protesta contro la diga (ph/video Erwin Filippi Gilli)

 

NordEst – I sindaci di Canal San Bovo e Lamon in prima fila ma anche tanti politici trentini e veneti, una folta delegazione del PD con le bandiere, tante associazioni, hanno preso parte sabato alla protesta contro la diga. Le temperature di questi giorni non hanno certamente aiutato la partecipazione, ma le oltre 7mila firme raccolte dal Comitato “No diga”, documentano una realtà che nessuno può ormai smentire.

Oltre 200 persone hanno partecipato sabato, a Lamon (Belluno) alla manifestazione di protesta che si oppone al progetto di realizzazione di una diga sul torrente Vanoi, tra Veneto e Trentino, finalizzata ad ottenere una riserva idrica a fini irrigui. All’incontro hanno preso parte più sigle del mondo ambientalista e della società civile delle province di Belluno, Vicenza e Trento, oltre ad esponenti istituzionali, tra cui il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin e rappresentati politici a più livelli. Secondo il progetto, presentato dal Consorzio di bonifica Brenta, l’invaso dovrebbe consentire la raccolta di 20-30 milioni di metri cubi d’acqua da rilasciare in base alle esigenze delle coltivazioni agricole a valle.

Oltre alle questioni legate alla sicurezza (prioritarie), tra i punti maggiormente contestati del progetto vi sono, in particolare, la mancata previsione di momenti di informazione alla popolazione nel Belunese e i tempi troppo ristretti per consentire a chi ne abbia titolo di presentare osservazioni al piano di fattibilità. A sollecitare la realizzazione dell’opera è il Consorzio di Bonifica del Brenta, che giudica l’opera necessaria per l’approvvigionamento idrico, ma anche per contenere le piene del fiume. Contrari i sindaci dei comuni interessati e i presidenti delle due province. Ora anche Luca Zaia ha espresso dubbi sulla sicurezza del progetto. A pochi giorni dall’anniversario della tragedia del Vajont.

Fugatti ringrazia Zaia

“Non ci sorprende affatto la notizia che anche la regione Veneto considera impraticabile l’ipotesi progettuale di una diga nel Vanoi. Tanto per cominciare, anche se può risultare antipatico ricordarlo, lo avevamo detto fin dall’inizio. Ma soprattutto, eravamo e siamo convinti che amministrare un territorio significa anzitutto mettere al primo posto il concetto di responsabilità, verso i propri concittadini in primis ma anche nei confronti di comunità più ampie, seguendo gli ideali di collaborazione e solidarietà su cui poggia la nostra cultura e la nostra stessa autonomia”. Così il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti commenta le ultime affermazioni del governatore del Veneto Luca Zaia in merito al progetto presentato dal Consorzio di bonifica Brenta.

“Ringrazio il collega Luca Zaia, con il quale ci eravamo confrontati ed al quale la Provincia autonoma di Trento ha ufficialmente espresso la contrarietà dell’opera. La sua posizione conferma quanto sia importante lavorare sul piano non solo politico e diplomatico, ma anche economico e sociale perché la consapevolezza della fragilità delle aree alpine divenga sempre più patrimonio comune e diffuso”, conclude Fugatti.

 

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