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Latte speciale per la crescita? No grazie

Secondo l’Autorità europea per la sicurezza alimentare sono inutili i latti speciali formulati per i bambini da 1 a 3 anni

NordEst – Per noi sono addirittura dannosi, perché inutilmente ricchi di zucchero. E con le loro pubblicità “in camice bianco” possono indurti a pensare che sono insostituibili.

Tuo figlio ha compiuto un anno e devi passare al latte di mucca? Non farti tentare dalla pubblicità dei latti per la crescita, quelli, per intenderci, arricchiti di ferro, vitamine e sali minerali. Tuo figlio non ne trarrà un particolare giovamento, anzi: quando qualche anno fa abbiamo esaminato la loro composizione abbiamo trovato tanto zucchero, un’aggiunta squilibrata di sali minerali e vitamine, e aromi inutili. Lo conferma anche l’Efsa (l’autorità europea per la sicurezza alimentare) che in un recente parere ha bocciato il ricorso al latte speciale destinato ai bambini tra 1 e 3 anni, perché non migliora in alcun modo la loro alimentazione, né ha particolari requisiti di digeribilità.

La scelta migliore, dopo l’anno di età e se non ci sono esigenze di salute particolari, è usare il latte fresco normale, quello che si beve in famiglia. L’apparato digestivo del bambino a questa età è sviluppato e pronto a cominciare ad alimentarsi in maniera simile a quella di un adulto. Non c’è ragione neanche né di diluire il latte con acqua, né di usare quello scremato: anzi, i grassi del latte sono essenziali per lo sviluppo del bambino.
Caccia alla pubblicità ingannevole

I latti speciali, invece, si presentano come prodotti necessari per lo sviluppo. E, a rafforzare questo concetto sbagliato, ci pensano a volte le sponsorizzazioni di associazioni di camici bianchi o di ospedali. Per questo, abbiamo segnalato al Garante per la correttezza della pubblicità, la nuova reclame del latte per la crescita Mukky bimbo, della centrale del latte di Firenze: non ci è affatto piaciuto il logo in bella vista che riporta la scritta “formulato in collaborazione con gli esperti in nutrizione infantile dell’ospedale pediatrico Meyer”. A nostro avviso, il richiamo a figure professionali del campo medico (e in questo caso specifico, pediatrico) nella presentazione e promozione di un prodotto alimentare (sul sito, in etichetta…), può indurre i consumatori ad attribuire ingiustificate maggiori garanzie salutistiche al prodotto.

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