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Lilli Gruber e il suo nuovo libro, che “scala” le classifiche anche in Trentino (VIDEO)

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La nota giornalista altoatesina, ha scritto un nuovo saggio dal titolo emblematico “Non farti fottere”, che sta già “scalando” le classifiche di vendita dei libri in Italia

[ Ritratto di Lilli Gruber negli anni Novanta – © GianAngelo Pistoia // Ritratto recente di Lilli Gruber ]

 

di GianAngelo Pistoia

NordEst – È una giornalista e opinion-leader altoatesina molto conosciuta e stimata. Come per Reinhold Messner e Jannik Sinner in Italia basta citare il suo nome e tutti affermano di conoscerla. Da molti anni conduce sull’emittente televisiva “LA7” un programma informativo di successo. Ha scritto diversi libri, alcuni dei quali sono diventati dei “bestseller”. Il suo più recente saggio è uscito nelle librerie solo da alcuni mesi e già si appresta a scalare le classifiche dei libri più venduti nel nostro Paese. Sicuramente l’avrete riconosciuta. La giornalista a cui dedico questo articolo è Lilli Gruber e il suo libro che desidero presentare è “Non farti fottere” edito da Rizzoli.

[ Ritratto di Lilli Gruber – © Giacomo Quilici/Imagoeconomica // Copertina del libro “Non farti fottere” – © courtesy of the “Rizzoli” ]
Ed è proprio dal sito web della casa editrice milanese che estrapolo la sinossi dell’emblematico saggio di Lilli Gruber che per l’argomento trattato ha creato un po’ di scompiglio nel tranquillo e quasi assonnato panorama editoriale italiano. Recita la sinossi: «Per generazioni di ragazzi, il porno è ormai la principale forma di educazione sessuale. Fin da bambini può capitare inatteso sui loro “device” con un “pop-up” e ben presto cominciano a cercarlo e a nutrirsene, scambiando per realtà quella che è solo fiction, a volte estrema. Per gli adulti è una forma di intrattenimento come un’altra, magari usata per dare un po’ di pepe alla vita di coppia. Risultato: la macchina del porno macina miliardi, grazie a siti web che sono tra i più visitati al mondo.

Ma si tratta davvero di un mercato qualunque? Questo libro ricco di dati, notizie e interviste ai protagonisti spiega perché no, non lo è. Racconta chi sono davvero i discreti padroni degli aggregatori pornografici. Indaga i percorsi professionali, i meccanismi economici, le implicazioni sociali di un fenomeno cresciuto fino a raggiungere dimensioni colossali. Denuncia le storie di sfruttamento e violenza. Fa chiarezza sui temi più problematici, come l’uso e l’abuso dell’intelligenza artificiale e la compravendita dei nostri dati personali. Senza falsi pudori né pregiudizi, Lilli Gruber mostra in queste pagine come sia il porno a usare noi, e non viceversa. Per invertire la rotta occorre aprire un dibattito, spezzare il silenzio delle istituzioni e chiedere innanzitutto un’educazione sentimentale e sessuale per i nostri figli e misure per la trasparenza delle pratiche economiche del settore. E impegnarci per recuperare i beni preziosi che la peggiore pornografia online ci ha rubato: l’erotismo, il desiderio e la creatività».



Lilli Gruber, ha già iniziato a promuovere il saggio “Non farti fottere” nelle principali città italiane e intende presentarlo in estate anche nelle località turistiche balneari e montane del “Bel Paese”. Sicuramente riserverà alcune tappe di questo suo tour promozionale anche alla sua regione d’origine, il Trentino-Alto Adige/Südtirol.

[ Lilli Gruber conduce il programma “Otto e Mezzo” nello studio dell’emittente televisiva “LA7” a Roma ]

Penso che molti italiani abbiano visto su “LA7” Lilli Gruber condurre il programma televisivo “Otto e Mezzo” ma non la conoscano bene. Dietlinde Gruber nasce a Bolzano il 19 aprile 1957 da una famiglia di imprenditori. Durante il fascismo la sorella della nonna materna era stata inviata al confino e il padre, Alfred, lavorava come insegnante clandestino nelle cosiddette “Katakomben – Schulen”. Il percorso di studi di Lilli inizia da Verona presso le “Piccole Figlie di San Giuseppe”, prosegue poi al liceo linguistico “Marcelline” di Bolzano, per concludersi infine alla facoltà di lingue e letterature straniere dell’Università di Venezia. Conseguita la laurea torna in Alto Adige-Südtirol: sono questi gli anni di Alexander Langer e dell’impegno, che Lilli Gruber fa suo, per la nascita di una cultura del dialogo tra i diversi gruppi linguistici.

Parla italiano, tedesco, inglese e francese: svolge il praticantato giornalistico presso l’emittente “Telebolzano”, allora unica televisione privata dell’Alto Adige. Scrive per i quotidiani “L’Adige” e “Alto Adige”. Diventa giornalista professionista nel 1982. Dopo due anni di collaborazione con la Rai in lingua tedesca, nel 1984 viene assunta al “Tg3 Regionale” del Trentino-Alto Adige; in seguito viene chiamata dal direttore del Tg2 Antonio Ghirelli a condurre il telegiornale della mezzasera e della notte, nonché inserita nella redazione di politica estera.

[ Lilli Gruber conduce l’edizione della notte del “TG2” – © courtesy of the “RAI Press Office” ]

Nel 1987 il nuovo direttore del Tg2 Alberto La Volpe decide di promuovere Lilli Gruber alla conduzione del telegiornale principale della rete, quello delle 19.45. Diventa così la prima donna in Italia a condurre un Tg di prima serata. Nel 1988 inizia anche a lavorare come inviata di politica internazionale: è prima in Austria per seguire lo scandalo Waldheim e l’anno seguente in Germania dell’Est dove racconta il crollo del Muro di Berlino. Su questa esperienza e sui 40 anni della DDR scrive, insieme a Paolo Borella, un libro per la Rai-Eri dal titolo “Quei giorni a Berlino”. La notorietà acquisita la dipinge anche come personaggio femminile sex-symbol, per il suo appeal e la sua capacità di ancorare gli spettatori al teleschermo.

[ Lilli Gruber con le sue colleghe nello studio del TG1 a Roma – © courtesy of the “Il Messaggero” ]

Nel 1990 viene chiamata da Bruno Vespa al Tg1, dove per due anni segue gli eventi più importanti di politica estera: dalla guerra del Golfo al crollo dell’Unione Sovietica, dal conflitto israelo-palestinese alla Conferenza di pace per il Medioriente, alla vittoria di Bill Clinton alle presidenziali americane del 1992. Lilli Gruber lavora anche all’estero: nel 1988, per la tv pubblica tedesca “SWF”, conduce un talk-show mensile sull’Europa; nel 1996 lancia, conduce e co-produce da Monaco di Baviera il settimanale “Focus Tv” su Pro 7, televisione del gruppo Kirch.

[ Lilli Gruber conduce da Monaco di Baviera il settimanale “Focus Tv” su “Pro 7” televisione del gruppo Kirch © TBM / United Archives GmbH / Alamy Foto Stock ]

Nel 1999 realizza per “60 Minutes” della statunitense CBS un’intervista-ritratto con Sophia Loren. Per anni si impegna nell’attività sindacale dell’Usigrai, dove si batte per una cultura delle regole con concorsi pubblici per le assunzioni, percorsi di carriera trasparenti, diritti dei precari e delle donne. Nel 1993 vince la “William Benton Fellowship for Broadcasting Journalists”, prestigiosa borsa di studio dell’Università di Chicago. Dopo il talk-show politico “Al voto, al voto”, nel 1994 passa alla conduzione del Tg1 delle 20.00. Continua a lavorare come inviata all’estero e a condurre gli speciali sulla politica internazionale. Segue i viaggi di Papa Giovanni Paolo II nel 2000, in Terra Santa e in Siria. Il 16 luglio 2000 si unisce in matrimonio con il collega Jacques Charmelot: i due si erano conosciuti quando erano entrambe inviati – lui per l’agenzia France Presse – sul fronte del Golfo Persico nel 1991.

[ Lilli Gruber e il marito Jacques Charmelot partecipano alla cena di beneficenza Anlaid alle Terme di Diocleziano © Mario Cartelli / SOPA Images / Sipa USA / Alamy Foto Stock ]

Tra i principali eventi mondiali successivi che Lilli Gruber segue e di cui è testimone, vi sono la guerra nella ex-Jugoslavia, i test nucleari francesi a Mururoa nel Pacifico, le elezioni parlamentari e presidenziali in Iran, gli attacchi terroristici alle Torri Gemelle e al Pentagono dell’11 settembre 2001 e l’anniversario della tragedia nel 2002, la crisi irachena e la guerra contro l’Iraq. Resta poi a Bagdad per tre mesi. Nell’ottobre 2003, relativamente a quest’ultima esperienza, scrive e pubblica il libro “I miei giorni a Bagdad”, che diventa un best-seller superando le 100 mila copie vendute. Nel mese di novembre del 2003 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi le assegna l’onorificenza di Cavaliere OMRI (Ordine al Merito della Repubblica Italiana) in qualità di giornalista inviata in Iraq, dove ritorna per il primo anniversario della guerra.

All’inizio del 2002 viene invitata come “visiting scholar” a Washington al SAIS (School of Advanced International Studies) della Johns Hopkins University. Segue soprattutto i corsi sul terrorismo internazionale e tiene alcune lezioni sulla politica italiana. Nel maggio 2004 riceve una laurea honoris causa della American University di Roma. Collaboratrice dei quotidiani “La Stampa” e “Corriere della Sera”, dopo aver denunciato la carenza di libertà d’informazione in Italia, nel 2004 si candida con la coalizione “Uniti nell’Ulivo” alle elezioni per il Parlamento Europeo. Capolista nelle circoscrizioni nord-est e centro, risulta prima assoluta degli eletti in entrambe, raccogliendo complessivamente oltre 1 milione e 100 mila voti.

[ Lilli Gruber, nelle vesti di osservatrice del Parlamento Europeo, in un seggio elettorale a Islamabad in Pakistan © Imago / Xinhua / Alamy Foto Stock ]

Nel contesto politico Lilli Gruber è iscritta al gruppo parlamentare del Partito Socialista Europeo: è presidente della Delegazione per le relazioni con gli Stati del Golfo, compreso lo Yemen; membro della Conferenza dei presidenti di delegazione; della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni; della Delegazione per le relazioni con l’Iran. Nel 2007, dopo un iniziale rifiuto ad entrare nel “Comitato promotore 14 ottobre” del Partito Democratico, diviene membro della Commissione per l’Etica, nominata dall’Assemblea Costituente Nazionale. Nel settembre 2008, alcuni mesi prima della scadenza del mandato, si dimette da parlamentare europea e annuncia di aver concluso quella che definisce un’esperienza di “giornalista prestata alla politica”: con una lettera agli elettori spiega la decisione di non ripresentarsi alle elezioni del 2009 per il Parlamento Europeo. Torna a svolgere la professione di giornalista accettando la conduzione del programma “Otto e Mezzo” in onda sull’emittente televisiva “LA7”.

[ Lilli Gruber all’inaugurazione di “Obiettivo 5, il campus di formazione per la parità di genere” a Roma © Alessia Mastropietro / Imagoeconomica ]

Negli anni fra il 2009 e il 2024 continua la conduzione di “Otto e Mezzo” su “LA7” e pubblica diversi libri: un tema ricorrente delle sue opere sono i diritti delle donne. Ne è un esempio il libro del 2019, intitolato “Basta! Il potere delle donne contro la politica del testosterone”. Nel 2021 pubblica un nuovo libro, sulla vita di una celebre giornalista inviata di guerra, terza moglie di Ernest Hemingway: “La guerra dentro. Martha Gellhorn e il dovere della verità”. È uscito, edito dalla “Rizzoli”, lo scorso 16 aprile il suo nuovo saggio con un titolo paradigmatico “Non farti fottere. Come il supermercato del porno ti ruba fantasia, desiderio e dati personali”».

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