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L’Ocse simula gli scenari peggiori, tre le ipotesi

Questi i tre scenari prospettati dall’Ocse

* Default di un paese piccolo: Il default di pagamento di un membro di Eurolandia potrebbe avere un impatto negativo anche sugli altri Paesi, attraverso diversi canali di trasmissione, come le banche creditrici dello Stato coinvolto o un effetto domino legato all’innalzamento dei rendimenti delle obbligazioni, che contribuirebbe a deteriorare ancora di piu’ le finanze pubbliche. L’effetto di contagio diretto dipenderebbe dalla grandezza del Paese. In un’economia relativamente piccola, come la Grecia, gli effetti – sottolinea l’Ocse – sarebbero ‘gestibili’. I sistemi bancari nazionali dovrebbero essere in grado di assorbire le perdite significative sulle loro quote di debito greco, anche se una ricapitalizzazione della banche piu’ esposte potrebbe rivelarsi necessario. Una ristrutturazione del debito della Grecia accrescerebbe le possibilita’ di default del Portogallo e dell’Irlanda, ma anche in questo caso – prosegue l’Ocse – la situazione dovrebbe essere gestibile.

 
* Default di un paese grande (Italia) e contagio: Al contrario, il default di un’economia piu’ importante, avrebbe effetti devastanti, cosi’ come il contagio ad un grande gruppo di Paesi. In questo scenario, l’Ocse prevede conseguenze ‘disastrose’ sulle finanze pubbliche, i sistemi bancari, con effetti micidiali sulla zona euro. Il circolo vizioso legato all’aumento del costo del debito danneggerebbe i conti pubblici, portando ad una ulteriore perdita di fiducia e ad un nuovo innalzamento dei tassi. Questo scenario porterebbe inoltre a nuove misure di rigore che frenerebbero la crescita. Il bilancio delle banche ne uscirebbe indebolito cosi’ come le loro capacita’ di prestito. Un tale sviluppo, condurrebbe a dei timori di default su Stati e banche con effetti spettacolari sulla stabilita’ del sistema bancario in tutta l’eurozona. Una profonda crisi della moneta unica avrebbe un potente effetto sul resto del mondo, direttamente attraverso i titoli europei delle banche giapponesi e americane, indirettamente per gli effetti sulle esportazioni. I timori avrebbero ripercussioni anche sui Paesi emergenti.
 
* Uscita dall’Euro di un paese (grande o piccolo): Infine, ‘lo scenario peggiore, benche’ ci siano scarse probabilita’ che si produca’, osserva l’Ocse, sarebbe l’uscita di un Paese dalla zona euro. Uno scenario che sul breve termine sarebbe ‘devastante e porterebbe a spese enormi per tutti i Paesi dell’eurozona’. Una tale prospettiva sarebbe inoltre accompagnata da una distruzione massiccia di ricchezze, fallimenti, e dal crollo della fiducia nell’integrazione europea. ‘Il risultato piu’ probabile sarebbe una profonda depressione sia nei Paesi usciti dalla zona euro sia in quelli che saranno rimasti al suo interno, ma anche nell’economia mondiale’.
Categories: NordEst
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