Provvedimento d’urgenza, preso per aggirare l’ennesima stortura burocratica italiana, che avrebbe comportato costi e tempi elevati di smaltimento
Venezia – “Era il minimo che dovevamo e potevamo fare in una situazione come questa, dove al danno materiale già gravissimo causato da maltempo se ne sarebbe aggiunto uno, costoso E di lunga durata, da strabismo burocratico che purtroppo è tipico di un Paese che sa solo vietare”. Renato Chisso commenta con queste parole il provvedimento presentato dal collega Maurizio Conte e approvato dalla Giunta “fuori sacco”, con il quale vengono fornite ai Comuni interessati, e quelli balneari sono in questo letteralmente in trincea, indicazione per la gestione del materiale piaggiato sulle rive del mare, dei laghi e dei corsi d’acqua come conseguenza del maltempo che ha investito il Veneto.
Anzitutto, il materiale rimasto giacente sulle rive a seguito di eventi meteorici deve essere considerato come rifiuto urbano e come tale dovrà essere gestito ai fini del successivo smaltimento o recupero. “E’ una dichiarazione fondamentale – ricorda Chisso – perché altrimenti, per il solo fatto di essere arrivato lì portato dall’acqua, ne faceva un rifiuto di altro genere, per il cui smaltimento servono procedure, costi e discariche apposite”.
I sindaci sono stati autorizzati ad adottare apposite ordinanze, a tutela dell’ambiente e della salute pubblica; dovrà essere effettuata una preventiva e accurata selezione volta a separare le frazioni recuperabili o riutilizzabili dei rifiuti stessi prima del conferimento presso apposite destinazioni legittimate alla gestione del materiale. Il rifiuto depositato sulle spiagge che non abbia le caratteristiche tali da consentirne il recupero o riutilizzo dovrà essere conferito presso impianti di smaltimento autorizzati. L’eventuale ricorso al conferimento in discarica di tali rifiuti comporta l’applicazione dell’“ecotassa” – tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi – nella misura ridotta del 20 per cento.