Tradizionale appuntamento a Canal San Bovo giunto alla 27^ edizione
Dopo la fiaccolata per le vie del paese – con visita anche alla casa di riposo – tra canti, riflessioni e testimonianze delle ragazze africane presenti a Primiero (che hanno preparato un originale ricordo dell’evento), i partecipanti si sono trasferiti in teatro per ascoltare l’esperienza dei giovani che hanno preso parte al viaggio in Calabria “Sulle vie della legalità”, introdotti da don Nicola Belli e Andreina Stefani.
E’ toccato invece ad Elena Corona riepilogare storie e progetti de “Il Fronte di Fronte” ideati dalla Pro loco di Prade Cicona e Zortea ‘per non dimenticare’ gli anni difficili della grande guerra nel Vanoi.
Un “manifesto dei migranti” di bruciante attualità
Le note della corale Salvète Flores hanno riscaldato la serata, prima dell’intervento di Vincenzo Passerini che ha sollecitato i presenti, rimarcando con forza e con il suo solito stile
Passerini, già assessore provinciale all’istruzione in Trentino, è stato tra i fondatori dell’associazione di cultura politica “La Rosa Bianca”, del movimento della Rete e ha guidato inoltre la cooperativa di accoglienza “Punto d’Incontro” fondato dal mai dimenticato don Dante Clauser. Una esperienza di grande impegno quest’ultima, che ha portato Passerini a scrivere un vero e proprio “manifesto dell’accoglienza degli stranieri”.
“Per un’eguaglianza vera tra noi e loro”
Per dare pasti e dignità ai senzatetto, per una lotta culturale e sociale, per un’eguaglianza vera tra “noi e loro”, in fuga dalla guerra e dalla miseria e in cerca di rifugio nel nostro Paese. “Da Nord a Sud – ha ricordato nel Vanoi, Vincenzo Passerini – la tentazione dell’egoismo esiste ovunque, anche nel nostro Trentino. Se si parlasse di turisti stranieri paganti, non ci sarebbero problemi. Ma si tratta di persone che arrivano dal terzo mondo e quindi tutto si complica”.
La risposta – secondo Vincenzo Passerini – sta nella prospettiva della fraternità, spezzando le catene, praticando l’ospitalità , costruendo convivenza: “Violenti e immorali’: albanesi di oggi? No, trentini di ieri. ci salveranno i figli di un Dio minore”, come sottolinea nel suo ultimo libro che ‘brucia di realtà’.
In breve da Primiero
Primiero (Trento) – La comunità di Primiero si è stretta in questi giorni attorno alla famiglia di padre Gianfranco Bettega – missionario comboniano – scomparso nei giorni scorsi all’età di 80 anni. Padre Gianfranco Bettega aveva vissuto almeno 36 anni in Brasile. Dal 1961 al 1965 e di seguito dal 1974 al 2004 con alcune pause in Portogallo. Dal 2005, rientrò in Italia dove diresse la Casa dei missionari comboniani di Trento. Rio Grande do Sul, S. Catarina e Paranà, Amazzonia, sono solo alcune delle terre dove ha portato la sua grande fede. La prima parte del funerale di Gianfranco Bettega si è svolta a Castel d’Azzano, mentre la seconda nella Parrocchiale di Mezzano gremita per l’ultimo addio. Saudade de Você Padre Gianfranco!