Per sostenere l’esame di Maturità sarà necessario aver sostenuto le prove Invalsi durante l’ultimo anno scolastico
NordEst – E’ la novità prevista per la maturità di giugno 2020 contenuta nella circolare diffusa dal Miur in cui si prevede che “dovrà essere verificato, ai fini dell’ammissione dei candidati interni all’esame di Stato dell’a.s. 2019/2020, oltre al requisito della frequenza scolastica e del profitto scolastico, anche il requisito della partecipazione, durante l’ultimo anno di corso, alle prove a carattere nazionale predisposte dall’Invalsi e quello dello svolgimento delle attività programmate nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, secondo il monte ore previsto dall’indirizzo di studi”.
Per quanto riguarda quindi la prova orale spariscono le tre buste tra cui il candidato doveva scegliere per dare avvio alla prova. Rimane però l’avvio del colloquio mediante l’analisi da parte dello studente dei materiali preparati dalla commissione d’esame in un’apposita sessione di lavoro, “con l’immutata finalità di “verificare l’acquisizione dei contenuti e dei metodi propri delle singole discipline, la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite e di collegarle per argomentare in maniera critica e personale anche utilizzando la lingua straniera”, materiali che dunque devono consentire un approccio multidisciplinare”.
FIORAMONTI – “Ho aperto una riflessione critica sulle prove Invalsi ma interpreto il ruolo di ministro con prudenza e responsabilità. Ci sono dei passaggi di legge da rispettare” ha affermato il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti. “Personalmente resto dell’opinione che queste prove vadano ripensate: possono essere utili per evidenziare le fragilità del nostro sistema di istruzione. Ad ogni modo i loro esiti non influiranno in alcun modo sull’ammissione alla Maturità”.