Sfuma accordo Ue su quote rifugiati: Europa est fa blocco
Roma (Adnkronos) – E’ entrata in vigore a mezzanotte la nuova legge ungherese che prevede l’arresto per chiunque tenti di entrare illegalmente nel paese. La polizia può arrestare ogni persona che avrà superato la barriera di filo spinato lunga 175 chilometri eretta al confine con la Serbia, il cui tracciato è stato ultimato ieri. Superare il confine diventa un reato penale e 30 giudici sono stati mobilitati per i relativi processi. Lungo la frontiera con la Serbia sono stati dispiegati reparti di polizia a cavallo per fermare l’ondata di migliaia di profughi che preme al confine. Le autorità ungheresi hanno annunciato che un numero record di migranti – oltre 9mila – è entrato nel paese prima della chiusura del confine lunedì.
“Inizia una nuova era” – ha detto poco dopo la mezzanotte il portavoce del governo magiaro Zoltan Kovacs, citato dalla Bbc – “fermeremo l’afflusso di migranti illegali”. “Questo significa anche – ha aggiunto – che rimane aperta la strada per entrare legalmente e ufficialmente in Ungheria e dunque in Europa. Questo è quello che chiediamo ai migranti, di rispettare la legge europea e internazionale”.
Sfuma accordo Ue su quote rifugiati – A Bruxelles, intanto, niente accordo sulle quote obbligatorie per la redistribuzione di 120 mila profughi. Accordo dimezzato al Consiglio Ue degli Affari interni, riunito in sessione straordinaria per decidere sul dossier immigrazione. I ministri degli Interni dei 28, da una parte, hanno dato il via libera all’istituzione degli hot spot per il riconoscimento dei richiedenti asilo e alle nuove politiche sui rimpatri, attraverso il rafforzamento dell’agenzia Frontex. Ma, dall’altra, è mancata l’unanimità per approvare, anche solo in via di principio, la redistribuzione di 120 mila rifugiati, come proposto dalla Commissione europea. “Non siamo riusciti a trovare l’accordo che cercavamo. La maggioranza degli Stati membri era pronta a fare un passo avanti ma non tutti”, ha detto il commissario Ue agli Affari interni, Dimitris Avramopoulos.
Europa est fa blocco – A opporsi al sistema di redistribuzione sono stati principalmente i Paesi dell’Est Europa, in particolare Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca e Romania, mentre la Polonia negli ultimi giorni ha ammorbidito le proprie posizioni. Dopo il via libera alla ricollocazione di 40 mila rifugiati da Italia e Grecia, ottenuto nel pomeriggio di ieri, l’obiettivo ora è di arrivare a un accordo sui 120 mila al Consiglio Ue degli Interni dell’8 ottobre, quando non sarà più necessaria l’unanimità dei 28, ma basterà la maggioranza qualificata.
Alfano: per Italia è andata bene – Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha comunque espresso soddisfazione. “Per le cose che interessavano a noi è andata bene”. “Abbiamo definito che dall’Italia andranno via 24.000 migranti: la Ue lo ha accettato, approvato e deliberato, con le quote per i singoli Stati – ha detto, intervistato da Rtl – Poi, è stato accettato dalla larghissima maggioranza degli Stati e sarà deliberato dal prossimo Consiglio, vincolante per tutti, un meccanismo analogo per altri 120.000, di cui almeno 15.000 dall’Italia. Quindi, arriveremo attorno ai 40.000 migranti che lasceranno il nostro Paese”.