Il Veneto è la prima Regione turistica d’Italia e la sesta d’Europa, con 63 milioni di presenze pari al 15% del volume nazionale
Venezia – Via subito tutti i profughi che sono attualmente collocati in tutte le località turistiche del Veneto e basta nuove allocazioni. E’ questo il senso di una lettera ufficiale inviata oggi dal Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia a tutti i prefetti del Veneto, nella quale si fa portavoce “degli allarmi, dei timori e degli appelli” a lui rivolti da Sindaci, cittadini e imprenditori del turismo Veneto, che “vedono minacciato il buon esito della stagione estiva dall’invio di profughi, già avvenuto in varie località”.
“Gli annunci delle ultime ore, che individuano strutture ricettive e turistiche, oltre ad immobili di privati cittadini, nelle zone del litorale veneto e del bacino termale euganeo quali sedi in cui allocare gli ultimi arrivi di immigrati, seguiti da episodi di vero e proprio ‘scarico’, avvenuti recentemente nel trevigiano e nella zona dei Colli nel padovano, stanno facendo montare la protesta delle comunità locali, dei Sindaci dei Comuni minacciati e degli operatori turistici”, scrive Zaia, ricordando che il Veneto è la prima Regione turistica d’Italia e la sesta d’Europa, con 63 milioni di presenze (pari al 15% del volume nazionale), con 17 miliardi di fatturato annuo compreso l’indotto, con 420 mila occupati nel settore, e con un contributo dell’8% all’intero Prodotto Interno Lordo Regionale.
Sul tema interviene il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervistato da ‘Agorà’. “Ci sono persone che fuggono dalla fame e cercano un lavoro in Europa. Ma il problema dei rifugiati è ‘altro’ e non si discute: bisogna dare asilo a chi fugge dalle persecuzioni e dalla guerra. E come si può dire: ‘lì sì, da noi no?’ E’ una aberrazione”.
“Nel nostro Paese si sono logorati i valori della solidarietà – denuncia il presidente emerito – Adesso, in qualche modo, ritorna in questione anche il tema dell’unità nazionale, dell’unità dello Stato perché, insomma, non può un qualsiasi presidente di Regione dare direttive ai prefetti e ai sindaci”.