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Nel 2011 scomparsi novemila ristoranti in Italia

Nel complesso il comparto ha fatto registrare, tra iscrizioni d’imprese e cancellazioni, un saldo negativo per oltre 13 mila aziende, praticamente sparite.
 
"Il numero delle cessazioni è stato elevato in tutte le componenti del settore, ma è nei servizi di ristorazione – si legge nello studio – che ha raggiunto valori preoccupanti, rappresentando oltre il 67% del totale delle cancellazioni dell’aggregato", ovvero 8.857 su 13.199. Estendendo lo sguardo, secondo Confcommercio nel totale dell’economia le aziende andate in fumo nel 2011 sono oltre 2 mila. L’associazione rileva per il commercio la perdita di più di 30 mila esercizi, per il trasporto e la logistica di quasi 7.900 imprese e per gli altri servizi (dagli studi professionali alle agenzie immobiliari) il saldo negativo risulta essere di 9.400.   
 
La crisi non risparmia i giovani, non solo quelli che tentano di fare il loro ingresso nel mondo del lavoro, ma anche quelli che provano a fare impresa da sé. Le aziende ‘giovanili’, cioé quelle guidate da un under 35, sono oggi 642.000, il 3% rispetto a dodici mesi fa. Tra giugno 2011 e giugno 2012, infatti, in base ai dati elaborati da InfoCamere, tra quelle iscritte al Registro Imprese delle Camere di commercio italiane ne mancano all’appello 22.709.
 
Lo stock di giovani imprenditori sotto la soglia dei 35 anni è diminuito del 3,4%, a fronte di una riduzione più contenuta (-2,5%) del solo universo al femminile, che ha subito una contrazione di poco più di 4mila unità. Tutti negativi i saldi regionali per il totale delle imprese giovanili del periodo esaminato: in termini assoluti, le maggiori perdite vengono da Lombardia (-3.654 imprese), Campania (-2.676) e Veneto (-2.476) che, insieme, realizzano il 39% di tutto il saldo negativo. In termini relativi, le regioni che hanno fatto registrare la contrazione maggiore sono invece la Valle d’Aosta (-8,3% la diminuzione registrata), seguita dalla Sardegna (-6,3%) e dal Veneto (-5,5%).
Anche per le imprese giovanili in "rosa" i saldi fanno registrare una serie quasi ininterrotta di flessioni: ad eccezione della Valle d’Aosta (+7 unità) e del Friuli Venezia Giulia (bilancio in pareggio nei dodici mesi), le restanti regioni inanellano diminuzioni che vanno dalla più contenuta del Trentino Alto Adige (-15 unità) a quella più evidente della Campania (-1.150 imprese). Le imprese degli "under 35" si concentrano soprattutto nei settori più tradizionali. Al 30 giugno scorso, infatti, i settori con la maggior presenza di imprenditori giovani sono quelli del commercio (178mila unità per un peso percentuale sul totale superiore al 27%) e delle costruzioni (oltre 121mila imprese con peso che sfiora il 19%). E’ però il turismo che nell’ultimo anno è risultato l’unico settore a contribuire positivamente (+429 unità, di cui 124 femminili, per una variazione percentuale dello stock pari allo 0,8%) all’universo delle imprese giovanili. Dal punto di vista dell’organizzazione dell’impresa, in calo tutte le forme giuridiche: in termini assoluti più sensibile quello delle imprese individuali (quasi 13mila unità di cui oltre 2mila quelle femminili), la natura giuridica preferita dagli "under 35".
Sono invece le società di persone che, in termini relativi, hanno fatto registrare la riduzione maggiore con una variazione negativa di oltre il 7% (-6,3% per le "giovanili rosa").
Categories: NordEst
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