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Nel 2013 adottati in Veneto 285 minori, 76 italiani e 209 stranieri

“Adozione punto e a capo. Il bambino al centro”, ecco i risultati del convegno promosso dall’Assessorato ai servizi sociali della Regione

Monastier (Treviso) – Il bambino al centro nel sistema delle adozioni; ripartire punto e a capo per riaggiornare il già valido ‘sistema adozioni Veneto’ che è tra i migliori del Paese e rivedere ciò che nelle adozioni e’ punto critico ad esempio il ‘dopo-adozioni’ quando inizia il cammino di convivenza vera e propria e che finisce, sempre più spesso, in particolare nei casi di ‘bambini grandi’, in un rigetto dell’adozione da parte del bambino o dei genitori acquisiti.

Nel 2013 sono stati adottati nel Veneto 285 minori di cui 209 stranieri e 76 italiani. Circa 5000 persone, aspiranti genitori adottivi, sono stati coinvolti in una delle attività di sensibilizzazione, formazione e informazione predisposte dalla Regione e dalle 26 equipes dedicate alle adozioni, attive nelle ULLSS per un totale di 144 operatori specializzati. Nel 2012, lo ha ricordato l’Assessore regionale ai servizi sociali, e’ stato sottoscritto un protocollo tra Regione, Tribunale per i minorenni, Aziende ULLSS, e per la prima volta, Ufficio scolastico regionale che sta permettendo accompagnamento e servizi di vicinanza alle famiglie e ai bambini adottivi, all’inizio del delicato percorso d’adozione, durante l’attesa e dopo l’ingresso del minore nella nuova famiglia. L’esponente del Governo veneto ha sottolineato come l’andamento delle adozioni nel Veneto in questi anni dimostri lo spirito di solidarietà e di genitorialità insito nella gente veneta. Sono tante le famiglie che aprono le porte della loro casa e del loro cuore all’accoglienza di un minore e l’adozione è ben sostenuta ed accompagnata dal sistema dei servizi socio sanitari insieme al privato sociale. Quello veneto, secondo l’Assessore, e’ un modello che ha fatto scuola e ora si intende verificarne la funzionalità perché possa rispondere sempre meglio alle esigenze dei genitori e ancor di più dei bambini che sono la prima e prioritaria preoccupazione dell’istituzione regionale.

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