"Nessuna chiusura della biglietteria della stazione di Vittorio Veneto resterà impunita, a costo di portare Trenitalia in tribunale". Lo ha assicurato l'assessore alle politiche della mobilità del Veneto Renato Chisso, rispondendo alle crescenti preoccupazioni manifestate dagli utenti e dai rappresentanti politici locali.
"Voglio ringraziare il consigliere comunale Antonio Da Re, per avermi segnalato la questione, rispetto alla quale ho immediatamente chiesto spiegazioni alla società ferroviaria. Il contratto di servizio prevede infatti che la biglietteria sia sempre attiva per 5 giorni alla settimana per almeno 7 ore al giorno. Ci è stato risposto che si trattava di situazioni momentanee determinate da temporanea indisponibilità di risorse umane. Ciò non toglie che le chiusure siano un venir meno degli impegni contrattuali, assunti in seguito alla gara europea di assegnazione del servizio. E' anche molto allarmante rilevare – ha inoltre affermato Chisso – che la società ferroviaria si trovi sempre più spesso carente di personale, non trovando altra soluzione che sospendere i servizi all'utenza. Si tratta di servizi fondamentali la cui eliminazione, anche temporanea, non è contrattualmente giustificabile".
"Quanto alla proposta di Da Re di assegnare le stazioni ferroviarie ai Comuni, la considero ottima – ha concluso Chisso – e sto lavorando proprio su questa strada con l'intento di arrivare ad una convenzione generale che riguardi tutti i casi di stazioni ferroviarie o di edifici di stazione senza presidio".
Treni a lunga percorrenza
Non riguarda solo questioni locali la polemica fra Ferrovie e Regione. "Se Mario Moretti ha problemi, se la prenda col precedente Governo, che ha tagliato i finanziamenti e che aveva promesso mille treni, mai visti, sui quali non sono state messe partite finanziarie".
Anche su questa questione è categorico l'assessore alle politiche della mobilità del Veneto Renato Chisso sulle affermazioni dell'amministratore delegato di Trenitalia . Con il prossimo orario estivo verranno tagliati alcuni treni a lunga percorrenza, tra i quali una dozzina che interessano il nodo di Verona, e Moretti avrebbe invocato le difficoltà finanziarie dell'azienda affermando che se la Regione rivuole i treni se li dovrebbe pagare.
Venezia batte Milano sull'innovazione
Nei prossimi giorni sarà infatti attivato il nuovo Apparato Centrale di Controllo del nodo di Mestre, che sostituirà con sistemi elettronici i "vecchi" apparati elettromeccanici, contemporanei a quelli del nodo milanese.
A dicembre sarà inoltre terminato il raddoppio della Verona – Bologna: una storica incompiuta che è decollata solo negli ultimi 5 – 6 anni.
Il nuovo sistema sarà il più grande e moderno d'Italia, almeno fino a che non entrerà in funzione quello previsto per il Nodo di Bologna, e permetterà di gestire in maniera innovativa dai 600 ai 700 convogli al giorno.
Sul nodo di Mestre infatti confluisce un insieme di linee: da Padova, compresa l'alta capacità ferroviaria; da Udine, Belluno e Treviso; da Trieste; da Bassano – Castelfranco; da Adria, oltre ai quattro binari da e per Venezia Santa Lucia. Attualmente i binari di arrivo su Mestre si intersecano e sovrappongono tra loro, mentre è previsto che ciascuna coppia di binari arrivi autonomamente in stazione; nello stesso tempo, con lo scavalco di Maerne, viene eliminata una strozzatura storica: quella della linea da Castelfranco con la Padova -Mestre, per di più ora a quattro binari. Il passaggio dal sistema elettromeccanico a quelli elettronico avverrà prevalentemente nelle ore notturne e impegnerà circa 130 operai.