Tutti i Paesi cosiddetti vulnerabili (Spagna, Portogallo, Grecia, Irlanda) hanno fatto, in termini di costo del lavoro, meglio di noi
NordEst – Questi paesi sono riusciti ad abbassare il costo del lavoro, noi no. Lo rileva l’Ocse, nel suo rapporto sul lavoro nella zona euro, precisando che l’aggiustamento dei prezzi è stato “inferiore a quello dei salari – riflettendo in parte le lente riforme dei mercati del prodotto – cosa che ha limitato l’effetto del calo dei costi delle unità del lavoro sulla competitività dei prezzi”.
E’ stato fatto altresì presente che, nonostante il nostro debito sia elevatissimo, poco e nulla si è fatto per ridurlo. In ogni caso, la struttura economica del nostro territorio rende l’Italia un caso più facilmente gestibile e la riduzione del debito di un ventesimo l’anno come richiede il Fiscal compact dipenderà dalla velocità e dall’efficacia con cui saranno attuate le riforme.
Sempre in materia di lavoro, giunge un duro ammonimento anche dall’Fmi. Christine Lagarde ha, infatti, affermato che l’Italia è uno dei Paesi della zona euro che incoraggiano meno la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, circostanza che determinerebbe pesanti ricadute sul sistema economico.