Solo cinque dei ventisette i paesi dell’UE coltivano ancora OGM, su circa lo 0,001% della superficie agricola comunitaria
Vivaro (Pordenone) – Quasi otto italiani su dieci (76 per cento ), con un aumento del 14 per cento rispetto allo scorso anno, sono contrari all’utilizzo di organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura per difendere il territorio dalle contaminazioni.
E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dell’ultimo sondaggio Ipr marketing divulgato in occasione della manifestazione per II Giornata mondiale contro Ogm mentre è stata annunciata la raccolta del mais transgenico nel campo di Vivaro (Pordenone) nonostante il decreto interministeriale che vieta nel territorio nazionale, a salvaguardia della diversità biologica, la coltivazione di varietà di mais MON810, provenienti da sementi geneticamente modificate, che porta la firma del Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo, del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin e del Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando.
La contaminazione biotech delle campagne è un attentato alla biodiversità del territorio ma gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura – sostiene la Coldiretti – non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy.
Vale la pena ricordare nonostante le proprietà miracolistiche propagandate dalle grandi multinazionali che producono ogm – conclude della Coldiretti – sono rimasti solo cinque su ventisette i paesi (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania) a coltivare Ogm nell’ Unione Europea, con 129mila ettari di mais transgenico piantati nel 2012, una percentuale irrisoria della superficie agricola comunitaria pari a molto meno dello 0,001 per cento della superficie totale di 160 milioni di ettari coltivati in Europa, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati ISAAA.