Distrutto il primo campo di mais Ogm coltivato illegalmente in Friuli per evitare il rischio di contaminazione
NordEst – Lo ha annunciato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo all’assemblea nazionale a Roma, nel sottolineare che “le leggi vanno fatte rispettare, anche in considerazione del fatto che 8 italiani su dieci (76 per cento) che si oppongono al biotech”. Il decreto legge del 24 giugno 2014, n. 91 ha finalmente previsto le sanzioni a carico di chi semina Ogm che – ricorda la Coldiretti – vanno dalla reclusione da sei mesi a tre anni con una multa che può arrivare anche a trentamila euro.
Alle Regioni – precisa la Coldiretti – spetterà di definire, nell’ambito del proprio territorio e sulla base dei rilievi effettuati dagli organi di polizia giudiziaria, modalità e tempi delle misure che il trasgressore dovrà adottare, a proprie spese, per rimuovere le coltivazioni vietate. La disposizione chiude finalmente il cerchio intorno ad una vicenda allarmante che tante preoccupazioni ha sollevato negli ultimi tempi tra i numerosi agricoltori contrari agli Ogm, andandosi ad aggiungere all’accordo politico raggiunto in Europa dai ministri dell’Ambiente dell’Ue che, dopo quattro anni di dibattiti, lascia liberi gli Stati membri di coltivare o di vietare gli Ogm sul loro territorio. “La procedura che potrà essere perfezionata nel semestre di presidenza italiana con l’impegno del Ministro dell’Ambiente Luca Galletti, al quale va il nostro ringraziamento, realizza da subito – sottolinea Moncalvo – una svolta profonda nel quadro normativo europeo.
Il divieto di coltivazione da misura provvisoria e legata al principio di precauzione per motivi ambientali e sanitari diventa giustamente – precisa Moncalvo – una decisione permanente assunta sulla base del modello di sviluppo che ogni singolo Paese intende sostenere. Per l’Italia gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura – conclude Moncalvo – non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del Made in Italy”. Secondo una analisi della Coldiretti nell’Unione Europea nonostante l’azione delle lobbies che producono Ogm, nel 2013 sono rimasti solo cinque, sui ventotto, i paesi a coltivare Ogm (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania), con appena 148mila ettari di mais transgenico MON810 piantati nel 2013, la quasi totalità in Spagna (136.962 ettari). Si tratta quindi di fatto di un unico Paese (la Spagna) dove si coltiva un unico prodotto (il mais MON810).