Presidente Mattarella: “L’Italia è pronta“. Giochi invernali per la terza volta in vent’anni dopo Torino 2006. Malagò: “E’ la vittoria di un’intera nazione“. Conte: “Orgogliosi di grande risultato“. Salvini: “Giornata storica“. Di Maio: “Oggi vince lo sport“
NordEst – L’Italia tornerà quindi a ospitare i Giochi invernali per la terza volta, vent’anni dopo Torino 2006 e 70 anni dopo l’edizione di Cortina 1956. Le Olimpiadi invernali del 2026 sono state assegnate a Milano-Cortina. L’atteso annuncio è stato dato dal presidente del Cio, Thomas Bach, dopo il voto dei membri del Comitato olimpico internazionale allo SwissTech Convention Center di Losanna. La candidatura italiana ha sconfitto quella svedese di Stoccolma-Are.
“Una giornata storica per l’Italia e per il Trentino – ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti. – Siamo emozionati e felici per aver contribuito a rafforzare la candidatura di Milano-Cortina. Non era un risultato scontato, al contrario. Dietro c’è tanto lavoro e tanta passione. Sapevamo di aver un dossier inappuntabile e sono convinto che realizzeremo un’Olimpiade memorabile, sostenibile ed efficiente, sia sotto il profilo operativo che finanziario, garantendo ai territori ospitanti sviluppo e benefici a lungo termine e rafforzando la posizione dell’intera area alpina nel Mondo”. Grande soddisfazione anche per l’assessore allo sport e turismo, Roberto Failoni. “E’ una vittoria dell’Italia e dei territori che hanno sostenuto la candidatura. Il dossier predisposto dal comitato organizzatore si è dimostrato all’altezza, anche sotto il profilo della sostenibilità ambientale ed economica. Del resto non avevo dubbi sulla qualità delle strutture presenti in Trentino, che sono già state testate in grandi eventi a livello mondiale. Anche per quanto riguarda la ricettività, possiamo mettere in campo servizi di grande qualità. Siamo pronti, da oggi, a lavorare per costruire una grande Olimpiade”.
Le Olimpiadi in diretta
ECCO LA FIRMA DELL’HOST CITY CONTRACT PER @milanocortina26!!! Una grandissima emozione, un sogno che si avvera! #milanocortina2026 #wedreamtogether pic.twitter.com/PNtRkQouDb
— Luca Zaia (@zaiapresidente) June 24, 2019
L’organizzazione ‘green’
La combinazione del dinamismo della metropoli e il fascino delle Dolomiti era una delle chiavi della candidatura Milano-Cortina per le Olimpiadi e le Paralimpiadi invernali 2026 (6-22 febbraio e 6-15 marzo). Un progetto che punta sulla sostenibilità, con costi stimati per 1.3 miliardi di euro (400 milioni a carico del Cio), con ricadute economiche positive sul Pil per 2.3 miliardi secondo uno studio de La Sapienza, con possibilità di ricavi fino a 3 miliardi di euro secondo un’analisi della Bocconi.
I Giochi saranno spalmati su quattro ‘cluster’ fra Lombardia, Veneto e le province di Trento e Bolzano: Milano, Valtellina, Cortina, Anterselva e Val di Fiemme – Pinè. La cerimonia di apertura davanti agli 80 mila spettatori di San Siro sarebbe la più partecipata nella storia dei Giochi invernali insieme a Pechino 2022, sempre che nel frattempo Milan e Inter non avvieranno la costruzione di un nuovo stadio. Quella di chiusura invece andrebbe in scena nel suggestivo scenario dell’Arena di Verona, sito patrimonio dell’Unesco.
Il 93% delle 14 sedi di gara è già esistente (10, di cui 4 saranno ristrutturate) o temporanea (3), solo una andrebbe costruita da zero (da investitori privati): è il PalaItalia Santa Giulia (15mila spettatori) per l’hockey, destinato dopo i Giochi a diventare spazio polifunzionale. Sarebbe affiancato dall’Arena Hockey Milano, impianto chiuso nel 2010 che verrà ristrutturata con 7mila posti. Le gare di pattinaggio di figura e Short Track si terrebbero al Forum Mediolanum. In Valtellina le medaglie dello sci alpino maschile sarebbero assegnate sulla pista Stelvio di Bormio, una delle più spettacolari al mondo, con un impianto di illuminazione che consente di gareggiare in notturna.
Per lo sci alpino femminile è prevista un’altra sede, a Cortina, sulla Tofane, e questo ha sollevato i dubbi del Cio. La Perla delle Dolomiti sarebbe anche sede del curling allo Stadio Olimpico (ristrutturato con le tribune in legno originali), di bob, slittino e skeleton allo Sliding Centre E. Monti. Per il biathlon c’è la Sudtirol Arena di Anterselva. Snowboard e feestyle andrebbero in scena in tre sedi a Livigno (Carosello 3000, Sitas-Tagliede, Mottolino).
In Trentino il pattinaggio di velocità sarebbe protagonista sulla pista di Piné, per cui c’è un progetto la copertura completa con cui diventerebbe la struttura più alta d’Europa (1.030 metri sul mare). A Tesero è destinato lo sci di fondo. Per il salto con gli sci ci sono i trampolini di Predazzo, con una cornice spettacolare. Le Medal Plazas verrebbero allestite in piazza Duomo a Milano e a Cortina.
Atleti e tecnici alloggerebbero in 6 villaggi olimpici, in media a 20 minuti dalle sedi di gara (5.670 posti letto): uno a Milano (da costruire allo scalo dismesso di Porta Romana), due temporanei a Cortina e Livigno, e tre in hotel già esistenti. Adiacente al villaggio di Cortina, il Mountain Media Centre, a cui si aggiunge il Media Centre milanese della Fiera di Rho-Pero.
I Giochi 2026 puntano anche alla sostenibilità ambientale, con l’impegno a riciclare il 100% dei rifiuti urbani e l’80% degli imballaggi, il divieto di incarti e confezioni monouso per cibi e bevande nonché con la scelta di materiali per il mantenimento del ghiaccio con meno ammoniaca, e l’utilizzo di pannelli solari per l’alimentazione degli impianti per la neve artificiale.
Da studio ‘La Sapienza’ effetto ‘green’ volano su economia: saldo positivo. Stando allo Studio sull’analisi di impatto economico-finanziario commissionato lo scorso inverno dal governo all’Universita’ ‘La Sapienza’, secondo cui “i Giochi invernali contribuiranno positivamente alla crescita dell’economia: gli incrementi del Pil tra il 2020 e il 2028 vanno da 93 a 81 mln di euro annui. La crescita cumulata del prodotto raggiunge un massimo di circa 2,3 mld nel 2028″. Lo studio ha “ampiamente verificato che le uscite dell’Amministrazione Centrale per finanziare i Giochi 2026 sarebbero compensate dagli introiti diretti e indiretti connessi alle attivita’ sviluppate attorno ai Giochi nel periodo 2020/2028”. Nello specifico, “i Giochi invernali contribuiranno positivamente alla crescita dell’economia nel suo complesso. Rispetto agli andamenti tendenziali, la maggiore crescita e’ concentrata negli anni 2024 e 2026 e tende ad esaurirsi nel 2028. Tra il 2020 e il 2028, si rilevano variazioni positive sostanziali dell’occupazione (il picco massimo si registra alla fine del 2026 con un aumento di oltre 8500 unita’ di lavoro a tempo pieno”. Ancora, “l’aumento cumulato delle entrate fiscali prodotto dall’evento, dovrebbe essere pari a circa 600 milioni di euro. Gli investimenti previsti sono pari a circa 346 milioni per la realizzazione dei villaggi olimpici e dei media center, nonche’ per gli interventi specifici su impianti sportivi esistenti e la realizzazione di nuovi impianti. I costi di gestione previsti per la realizzazione dell’evento sono pari a 1.170 milioni. Il costo contabilizzato per le Olimpiadi invernali organizzate a Torino nel 2006 era stato di 1.229 milioni. Ai costi di gestione vanno sommati 415 milioni a carico dell’amministrazione centrale, di cui 402 milioni per le spese in materia di sicurezza. Gia’ a partire dal 2020 si registrano aumenti significativi del prodotto e dell’occupazione. Il picco in termini di Pil si registra nel biennio 2025-2026, con un aumento medio pari a 350 milioni annuali. Al 2028, il Pil cumulato aggiuntivo prodotto dall’evento risulta pari a circa 2.300 milioni di euro. Rispetto al tendenziale, l’organizzazione delle Olimpiadi produce un aumento medio di circa 5.500 unita’ di lavoro equivalenti a tempo pieno, con un picco nel 2026 pari ad oltre 8.500 unita’. Le entrate fiscali connesse all’organizzazione dei Giochi olimpici sono superiori alle spese negli anni precedenti all’evento e poco al di sotto del totale delle somme stanziate dopo due anni dall’evento. In particolare, la stima delle entrate fiscali cumulate nel 2028 e’ pari a 601,9 milioni, mentre il totale delle spese previste per le amministrazioni centrali e’ pari a 415 milioni, con un saldo positivo pari a 186,8 milioni.