NordEst

Orsi in Trentino, Penasa: “Fase di reale emergenza”

Share Button
"La comunicazione riguardante il problema orsi in Trentino è una questione complessa ma certo non sempre rispettosa dei veri sentimenti che animano le persone che essendo poche numericamente, divengono anche “poco rilevanti”. Queste persone vivono il problema sulla loro pelle e non come un tema sul quale effettuare un esercizio dialettico. L’insediamento di un numero così rilevante di orsi su un territorio montano dove la presenza dell’uomo è ancora attiva e continua ha di fatto limitato enormemente gli spazi di libertà di quella parte della popolazione che da sempre pratica il bosco e le aree limitrofe come aree di lavoro, di svago e di esercizio di quelle mille attività che sono proprie della nostra tradizione montanara.

Il Piano d’azione per la conservazione dell’orso bruno, realizzato con la collaborazione anche della Provincia Autonoma di Trento, depositato al Ministero dell’Ambiente, al capitolo “criteri e procedure d’azione nei confronti degli orsi problematici e d’intervento in situazioni critiche”, definisce il grado di pericolosità del comportamento di un orso e prende in esame anche le azioni suggerite per farvi fronte.

Sulla base delle testimonianze raccolte fra le persone che con l’orso hanno avuto contatti diretti o subito già innumerevoli danni è agevole rilevare come si sia già in una fase di reale emergenza perché non si tratta di uno o due orsi problematici ma si tratta di una convivenza impossibile, insopportabile ed insostenibile.

Le parole del direttore del distretto forestale di Malè, dott. Angeli, con le quali afferma che: “le comunità che non erano più abituate a convivere con l’orso devono riabituarsi e questa capacità di adattamento non è scontata”, suonano quasi come una vera e propria offesa per tutte quelle persone che magari, fra molti sacrifici, hanno deciso di continuare a vivere in montagna. Si deve ricordare infatti a chi fa finta di non saperlo che la montagna del Trentino non è della Giunta provinciale o del Servizio foreste, la montagna del Trentino è della gente che ne ha la proprietà mediante le A.S.U.C., le Consortele e le particelle di ogni singolo privato. In questo ricco Trentino, ci hanno già fatto abituare a troppe cose che non sono giuste come a versare molte tasse e a pagare ugualmente, di tasca nostra, una serie di servizi: sanità, scuola, trasporti ecc. ma a farci togliere la nostra libertà di vivere nel nostro ambiente che è la montagna, non ci dobbiamo abituare perché la libertà e la sicurezza sono beni irrinunciabili!

Chi ha chiesto a noi, proprietari della montagna, di rinunciare alla libertà e alla sicurezza? Nessuno, perché la Provincia con la scelta della reintroduzione dell’orso ha espropriato questi diritti che sono umani e naturali al tempo stesso. È ora quindi di cominciare a raccontare la verità al Ministero e non a continuare nel produrre relazioni tranquillizzanti dove si parla di: “risultati positivi sull’incremento degli orsi, dovuti anche alle capacità tecnico – organizzativa della Provincia e all’elevata sensibilità ambientale dimostrata dalla popolazione trentina”.

È arrivato il tempo, prima che sia troppo tardi, di fare relazioni al Ministero nelle quali si racconta la verità. Per poter parlare di questo argomento, ci sono però due metri e due misure, per il presidente Dellai e il Servizio Foreste sostenitori del progetto (sulle spalle degli altri), ampio spazio sui giornali con titoli a tutta pagina, per la gente che vive il problema e chiede di poter comunicare uno stato di preoccupazione e di legittima richiesta di tutela, gli spazi sono relativamente ristretti (si ringrazia comunque chi questo spazio lo ha dato, anche con convinzione ma in questo caso i distinguo ci sono).

È ora e tempo che il presidente Dellai prenda consapevolezza del fatto che chi vive in montagna ormai, ha paura di questa presenza, che i danni sono insopportabili e contraddicono i grandi sforzi a cui sono chiamate le molte persone che esercitano attività di tipo agricolo sia come attività principale ma anche come attività secondarie attività tutte, che conferiscono alla nostra montagna il pregio di essere ancora abitata.
È ora di smetterla di giocare a nascondino fra Provincia e Ministero, le carte devono essere messe tutte sul tavolo per garantire in primis la serenità delle persone che, anche se numericamente sono poche, non possono certo essere private dei diritti fondamentali!".

Gruppo consiliare Lega Nord Trentino
Cons. Franca Penasa

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *