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Orsi, la Provincia di Trento ricorre al Consiglio di Stato

Dopo pronunciamento TAR che annulla linee guida su abbattimento

Trento – Dopo il pronunciamento del Tar di Trento che annulla i due paragrafi delle linee guida della Giunta provinciale del 25 giugno 2021 che prevedevano l’abbattimento “con la massima urgenza” degli orsi autori anche di un solo episodio di aggressione, la Provincia di Trento ribadisce “la necessità che le linee guida sulla gestione dei grandi carnivori mantengano l’integrità del percorso così come progettato e si rivolgerà al Consiglio di Stato per sottolinearlo”.

Del resto la sentenza del Tribunale amministrativo di Trento – precisa la Provincia in una nota – conferma la possibilità per il presidente della Giunta di ricorrere a provvedimenti d’urgenza in caso di situazioni estremamente critiche.

“Il principio di fondo è la massima salvaguardia della sicurezza pubblica e, per assicurare questo obiettivo, l’Amministrazione, nel rispetto del Pacobace, ha già codificato una serie di azioni, a partire dalla dissuasione verso animali problematici, che vengono messe in atto rispettando una rigorosa progressione.

Non si tratta pertanto di introdurre automatismi o di sottovalutare l’importanza del confronto, anche perché le stesse Linee guida confermano la necessità del coinvolgimento di Ispra. Ma va da sé che di fronte a casi estremamente gravi e pericolosi – che purtroppo la cronaca ha già documentato in una serie di episodi tutt’altro che rari e oggettivamente preoccupanti – diventa irrinunciabile disporre di strumenti operativi – che mai la Provincia ha previsto fuori dall’alveo normativo – il cui obiettivo è proprio la tutela della sicurezza pubblica”, conclude la nota.

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In breve

I 106.753,89 euro raccolti per Agitu Ideo Gudeta, pastora e imprenditrice etiope uccisa nella sua casa in valle dei Mocheni lo scorso dicembre da un suo collaboratore, sono stati versati sul conto corrente appositamente acceso presso la Cassa di Trento. Lo comunica il comitato per la gestione raccolta fondi per Agitu, composto da padre Mussie Zerai Yosief, in rappresentanza della famiglia, da Elisabetta Nardelli, amica di Agitu, e da Paolo Piccoli, notaio, indicato dal sindaco di Trento, Franco Ianeselli. La somma è stata raccolta attraverso il crowdfunding grazie alla solidarietà di tantissime persone da tutta Italia. Circa 4.000 euro che erano stati anticipati mesi fa dal Comitato per consentire la visita dei familiari di Agitu a Trento e il rimpatrio della salma andranno rimborsati. Quanto al netto rimanente, il comitato è in contatto costante con l’avvocatessa Annarosa Molinari, nominata dal Tribunale curatrice dell’eredità giacente, che ha provveduto all’inventario e al collocamento provvisorio delle capre per verificare la possibilità di una continuazione della iniziativa di Agitu.
Il lavoro della curatrice – precisa il comitato – è molto complesso anche perché l’eredità è negativa, in quanto Agitu aveva contratto dei mutui per ristrutturare un immobile dove intendeva avviare una nuova attività e non vi sono risorse finanziarie rilevanti a disposizione. Il Comitato sta verificando, in stretto collegamento con la curatrice, tutte le ipotesi per verificare se esiste un soggetto che possa continuare il sogno di Agitu di allevare capre e produrre formaggi.

 

 

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